Numero 191, pag 1-2 - Luglio 2015

In linea con ogni peggior previsione, nell'ostinata sordità alle proteste in corso, il 25 giugno 2015 il Senato ha votato la fiducia al maxi emendamento sulla buona scuola. Il testo è corposo, ma in sintesi, gli aspetti più rilevanti toccheranno i seguenti punti:

 

 

LE ASSUNZIONI

E' atteso un piano straordinario che integrerà le consuete assunzioni programmando per settembre 2015, 51.889 immissioni sui posti vacanti (quindi poco più del fisiologico turn over dei pensionamenti, alla faccia del piano straordinario!). In corso d'anno poi, anche se con decorrenza giuridica 1 settembre 2015,  seguiranno ulteriori 55.258 immissioni nell'organico dell'autonomia che riguarderanno sempre i vincitori e idonei del concorso 2012 e i docenti  inseriti nelle Gae, i quali dovranno presentare domanda per le varie province dove ci sono i posti per le relative classi di concorso e costituiranno l'organico aggiuntivo (Quindi tanta fretta per poi assumere gli insegnanti in corso d'anno non si sa bene a far  cosa e con i relativi disagi organizzativi). Solo a partire dal 1° settembre 2016 questi insegnanti saranno inseriti negli ambiti territoriali dai quali saranno scelti dai dirigenti scolastici. La scelta varrà per 3 anni.

E che fine faranno i docenti delle Graduatorie d'Istituto? Gli abilitati di seconda e terza fascia (compresi coloro che si sono accollati inutilmente (?) l'onere della frequenza e superamento di Scienze della Formazione Primaria, PAS e TFA)? Dovranno fare il nuovo concorso sui posti disponibili per i quali si ipotizzano 60mila assunzioni dal 1° settembre 2016, i non abilitati non avranno chances!

I precari non potranno comunque avere contratti di durata superiore ai tre anni!!!! Viene ribaltato così il senso della sentenza della Corte di Giustizia Europea che, anziché tradursi in “certezza di stabilizzazione” si riduce a “certezza di licenziamento”. Una vergogna per uno Stato che si definisce civile.

 

IL PRESIDE SCERIFFO

Il dirigente avrà la possibilità di selezionare il personale da un ambito territoriale, prende il via in questo modo la "chiamata diretta" anche all'interno della scuola, uno dei rari settori che erano rimasti esenti da derive clientelari, tristemente famose nel nostro Paese.

 

GLI AMBITI

A partire dal 1°settembre 2016 in ogni regione saranno costituiti gli ambiti territoriali in cui nulla cambierà inizialmente per i docenti già di ruolo, ma i perdenti posto o coloro che chiederanno trasferimento saranno trattati alla stregua dei nuovi assunti, cioè entreranno a far parte dell'organico aggiuntivo di ambito territoriale dal quale verranno scelti dai dirigenti delle singole scuole. Dopo un triennio, l’ambito diventerà il ricettacolo degli "esclusi" dalla scelta che saranno ridistribuiti d'ufficio nelle scuole. In questo modo si realizzerà la precarizzazione di tutti i docenti la cui conferma nella scuola di appartenenza avrà comunque durata triennale. Un vero passo avanti nel garantismo!

 

IL MERITO

I destinatari del merito, ovvero della mancetta, verranno individuati dal Comitato di valutazione composto da dirigente, docenti interni alla scuola eletti dal collegio docenti, un insegnante eletto dal consiglio d'Istituto, due genitori eletti dal Consiglio d'Istituto (oppure un genitore ed uno studente per la secondaria di secondo grado) ed un esperto esterno nominato dal direttore regionale (individuato fra le categorie di ispettori, dirigenti o docenti). Requiem per la libertà di insegnamento e l'espressione del pensiero critico e del dissenso. Gli insegnanti dovranno essere compiacenti ed “addomesticati”, non liberi pensatori.

Nulla si sa sulle forme di raccolta dati relative a tali valutazioni.

 

IL CONTRATTO

Forse a buona parte dei colleghi sfugge che la parte più pericolosa del DDL è contenuta nelle deleghe. Infatti il Governo avrà la possibilità di intervenire, senza possibilità di confronto con i sindacati, nelle materie contrattuali, ovvero quelle che disciplinano l'orario di servizio (che sarà sicuramente aumentato, così come si è tentato di fare negli anni scorsi), i permessi, le assenze, la formazione obbligatoria, parte della retribuzione accessoria, gli obblighi, i diritti e i doveri. Quindi questi potranno subire variazioni e tutte le norme contrattuali in contrasto con il DdL decadranno. Diventerà molto difficile tutelare i lavoratori.                       

                                        Michela Gallina