Numero 191, pag 6 - Luglio 2015

I gestori dell'INVALSI si accorgono, a modo loro, anche dell'esistenza del diritto di sciopero. La titolare dell'istituto con sede a Frascati rispondendo ad una domanda de "Il Sole 24ore" sulle motivazioni che hanno spinto la sua organizzazione a decidere, unilateralmente, lo slittamento della prova prevista per il 5 maggio nella scuola primaria, ha detto:

"(...) abbiamo deciso di rinviarle di un giorno per rispettare il diritto di sciopero, ma senza incidere negativamente sulle prove". Si continua a tacere sul fatto che l'INVALSI, come tutti i committenti del mondo civile, dovrebbe preoccuparsi di corrispondere il giusto compenso a coloro di cui richiede l'impegno professionale, evidentemente pretendono di valutare la scuola italiana (con criteri decisi solo da loro) sulla base dello sfruttamento del lavoro intellettuale delle persone. Spesso i docenti e in qualche caso anche gli ATA, con metodi talvolta poco commendevoli, sono costretti a svolgere le attività collaterali relative allo svolgimento dei quiz a crocette che sarebbero incombenze dell'ente di Frascati. La cricca che sponsorizza l'INVALSI parla di merito e poi i primi a dare l'esempio di come si scarica il lavoro sugli altri sono loro. Solo forzatamente si riesce talvolta a trovare compensi usando il fondo d'istituto, l'INVALSI è l'unica istituzione pubblica che pretende ufficialmente lavoro gratis dalle persone: si dovrebbe occupare di istruzione però agisce in maniera avulsa da ogni diritto. Non conoscono alcuna forma di relazione sindacale: a Parma rivendichiamo un tavolo contrattuale da anni, che cognizione hanno del diritto queste persone che si dicono così competenti?

Salvatore Pizzo

Coordinatore Provinciale Gilda Unams - Parma