Numero 219 - Novembre 2024
Nelle intenzioni del Ministro Valditara la riforma del voto in condotta approdata alla nuova legge dovrebbe aumentare gli strumenti di autorevolezza dei docenti, il grado di responsabilità degli studenti e la chiarezza valutativa, soprattutto in riferimento alla comunicazione con le famiglie.
“Con la riforma, il comportamento degli studenti peserà ai fini della valutazione complessiva del percorso scolastico” afferma il Ministro. Alla scuola primaria la riforma prevede il ritorno ai giudizi sintetici, espressi nella forma da ottimo ad insufficiente e, in effetti, sull’effettiva comprensibilità della forma sintetica sembrerebbe non esserci dubbio. Tuttavia non si tratta di una semplificazione complessiva, perché non verrà eliminata completamente la descrizione del percorso umano e pedagogico degli alunni, ma il giudizio sintetico affiancherà quello esteso, che non verrà del tutto abolito. Il voto numerico continuerà invece ad essere utilizzato nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. Un pregio di questo Ddl è l’introduzione al dibattito di nuove norme applicative sul tema della violenza a scuola, un tema che finora è stato fin troppo sottaciuto. Se il tam tam mediatico spesso punta alla spettacolarizzazione degli episodi, senza contribuire né ad una reale analisi sociologica, né ad un dibattito costruttivo su come si possa pervenire a dei miglioramenti, è evidente che ritornare all’attribuzione del voto in condotta può costituire un modo per fare emergere i contesti delle aggressioni verso il personale scolastico.
Annalisa Santi