Numero 218 - Gennaio 2024

Dato il grande successo riscosso dal convegno dal titolo: “Docenti bersaglio - Legalità, benessere organizzativo, e fattori di rischio psicosociale”, organizzato dalla Gilda degli insegnanti della provincia di Treviso il 24 novembre 2023 nella sala congressi dell’hotel “Maggior Consiglio”, abbiamo deciso di pubblicarne in più puntate gli interventi.

 

Sotto la guida del prof. Davide Pasqualetto, membro del direttivo provinciale e presidente del convegno, 150 insegnanti provenienti da tutta la provincia e non solo hanno seguito gli autorevoli interventi dei relatori, che hanno posto l’accento sulla situazione che i docenti debbono affrontare ogni giorno nelle aule scolastiche.

Dopo il gradito saluto dell’assessore alle politiche educative, giovanili e all’istruzione, il coordinatore nazionale, Rino Di Meglio, ha rilevato come gli attacchi nei confronti dei docenti derivino in gran parte dalla perdita di prestigio delle istituzioni politiche e come questo riverberi sulle prime linee del servizio pubblico, ossia medici, forze dell’ordine e, appunto, insegnanti. <<Sicuramente come docenti non abbiamo più prestigio e siamo “bersaglio” perché la società è cambiata, è diventata più violenta, ma non abbiamo prestigio anche perché siamo trattati da morti di fame>> ha affermato energicamente il Coordinatore nazionale. <<Quando la gente è povera, quando un’intera categoria è tenuta in povertà, è difficile che possa reagire perché il combattimento costa! C’è poco da dire sul fatto che nessuno sciopera più. Nessuno sciopera più intanto per l’inefficacia di una sola giornata di sciopero e secondo perché scioperare costa. In alcune zone del paese dove la gente campa con un solo stipendio, perdere 70 € per una giornata di sciopero costituisce un problema enorme>>. Ma il disagio è aumentato negli ultimi anni con la gerarchizzazione della scuola e la formazione del cosiddetto “cerchio magico” del dirigente, transitato dalla funzione di primus inter pares a quella di padre padrone.

Rina De Lorenzo, docente di diritto e dirigente sindacale nazionale, ha sottolineato come esistano numerosi strumenti di difesa per i docenti, a volte tuttavia ignorati. Particolare attenzione è stata posta sugli interventi della politica in campo scolastico, spesso poco pertinenti ed efficaci in quanto legati agli eventi del momento e piegati più all’esigenza di una risposta all’opinione pubblica che all’obiettivo di risolvere un problema reale.

A questo proposito il presidente Davide Pasqualetto è intervenuto sottolineando l’importanza e l’efficacia del diretto intervento dei docenti in classe, sia perché serve avere un rapporto con gli studenti per trasmettere qualcosa di significativo, sia perché è attraverso gli esempi della letteratura e dell’epica che si può e si deve educare alle emozioni. In altre parole, bisogna avere fiducia nei docenti e lasciar fare loro.

Vittorio Lodolo d’Oria, medico specialista nelle malattie professionali, ha fatto poi emergere una situazione che ha i contorni dell’assurdo, infatti l’Italia è l’unico paese nel quale vi siano insegnanti della primaria e infanzia indagati e condannati per atti violenti contro gli alunni. Le ragioni sono dovute all’uso improprio e indiscriminato delle intercettazioni e al mancato coinvolgimento dei dirigenti scolastici, i quali, come avviene negli altri paesi europei, dovrebbero agire da filtro. Le difficoltà dei docenti sono insite nella loro professione, poiché essa si basa continuamente sulla relazione con l’altro, e le relazioni logorano, soprattutto se la distanza generazionale continua inesorabilmente ad aumentare, con docenti sempre più vecchi e alunni sempre più giovani con il rinnovo delle generazioni. Una specie – ha affermato D’Oria – “di effetto Dorian Grey al contrario”.

I docenti sono tra le categorie più colpite dalle malattie professionali, anche se ciò non pare evidente visto che non sono certificate da un punto di vista sanitario e quindi neppure riconosciute a livello giuridico. Se non si agisce su questo punto, la situazione non si sbloccherà.

Michela Gallina (coordinatrice della Gilda degli insegnanti di Treviso, redattrice di SAM-Notizie, psicologa e psicoterapeuta) ha presentato una spiegazione dell’aumento dell’aggressività nei confronti dei docenti attraverso l’esame di tre aspetti:

  • un’analisi sul cambiamento di rappresentazione della funzione genitoriale da normativa ad accudente, con il figlio-alunno difeso a spada tratta dai genitori, sempre pronti ad accusare il docente dei fallimenti del figlio;
  • la spettacolarizzazione della violenza attraverso i media;
  • l’uso (ed abuso) delle tecnologie digitali durante l’età infantile e tra gli adulti, con la conseguente sovra-stimolazione neurologica del tronco encefalico (il cervello rettiliano) e del sistema limbico e poco utilizzo della neocorteccia con conseguente perdita del contatto con la realtà.

Mariagrazia Zambon (membro del direttivo Gilda degli insegnanti di Treviso e pedagogista) si è infine concentrata su come sia difficile realizzare la scuola del dialogo in un clima così gravido di tensioni e condizionato da evidente sfiducia, a volte anche reciproca, tra i vari attori della scuola, ma soprattutto nei riguardi dei docenti.

Dal convegno è emerso quindi come i docenti siano un bersaglio continuo e rischino di trovarsi in una scuola che non riconoscono più come accogliente e sicura: sono state proposte delle soluzioni, ora spetta alla politica e alla società raccogliere la sfida per cambiare la situazione.

Davide Pasqualetto