Numero 218 - Gennaio 2024
Per aver applaudito all’intervento di una collega, nel corso di un collegio docenti, un’insegnante di Palermo ha ricevuto una contestazione d’addebito (ossia è stato avviato un procedimento disciplinare nei suoi confronti) da parte del dirigente scolastico. La docente si è prontamente rivolta alla Gilda degli Insegnanti che le ha messo a disposizione l’assistenza legale.
L’avvocato ha subito in evidenziato l’insussistenza del potere disciplinare del dirigente scolastico all’interno degli organi collegiali previsti dal Testo Unico; all’interno del Collegio docenti infatti il dirigente non può qualificarsi come un organo gerarchicamente superiore, bensì come un presidente dell’assemblea e, in quanto tale, sprovvisto di poteri disciplinari. Inoltre il verbale di un collegio docenti non può costituire piena prova di quanto accaduto se redatto in forma riassuntiva e se non contiene delle dichiarazioni virgolettate che costituirebbero piena prova. Dopo l’intervento dell’avvocato, il caso è stato archiviato.
Questo evento assume un’importanza rilevante se pensiamo a come spesso i colleghi siano intimoriti se non addirittura spaventati quando intervengono in collegio docenti per esprimere forme di dissenso. Mi auguro che l’episodio di Palermo faccia scuola e crei un precedente nella consapevolezza della categoria.
Michela Gallina