Numero 217 - Ottobre 2023

Pare che gli insegnanti non possano abbassare il livello di vigilanza nemmeno quando sono in pensione, anche se in realtà il più delle volte il sollievo li porterebbe a chiudere una parentesi e lasciarsi alle spalle tutto quello che appartiene alla scuola e a quanto vi è collegato.

 

Devono invece porre particolare attenzione ed attivarsi coloro che sono andati in pensione dal 2016 in avanti, periodo in cui, a seguito dei perfezionamenti dei contratti collettivi nazionali (triennio 2016/2017/2018 e 2019-2021), avrebbero dovuto ricevere degli adeguamenti e gli arretrati con ricaduta sia sulla pensione sia sul TFR o TFS.

In altre parole, per i pensionati sarà possibile avere riconosciuti i benefici economici solo attraverso l’aggiornamento dell’inquadramento economico, un compito questo che spetta alla Scuola, solo dopo che il Decreto sarà vistato dagli Organi di Controllo (Ragioneria provinciale dello Stato). A quel punto potrà essere inviato all’INPS per la liquidazione delle spettanze (adeguamento della pensione e del trattamento TFR/TFS).

Questa procedura che dovrebbe essere automatica, si presenta invece complicata perchè in seguito alla presentazione della richiesta di nuovo inquadramento, da parte di coloro che sono andati in pensione negli anni 2016, 2017, 2019, 2020, 2021 e 2022, le Scuole, destinatarie dell’istanza, non riescono ad operare sul sistema SIDI in quanto i richiedenti risultano cessati dal servizio, quindi non più di competenza. 

Mentre per chi si trova in attività di servizio è semplice procedere al nuovo inquadramento e all’erogazione degli arretrati, per coloro che sono cessati dal servizio il problema esiste e, per risolverlo, è necessario questo intervento “informatico” esterno. Per risolvere la complicazione è sufficiente che l’Ambito territoriale autorizzi le Scuole ad operare.

Invitiamo allora i pensionati a rivolgersi alle varie sedi sindacali provinciali dove riceveranno le istruzioni su come procedere per avviare le richieste di adeguamento e bloccare la prescrizione.

Michela Gallina