Numero 216 - Giugno 2023

Una docente, dirigente sindacale della Gilda degli Insegnanti, è stata sanzionata dal Dirigente scolastico con la censura per aver reso dichiarazioni pubbliche lesive dell’immagine dell’amministrazione scolastica.

Vittima di quella che Rino Di Meglio, coordinatore nazionale, definisce come una misura punitiva sproporzionata rispetto ai fatti contestati è la coordinatrice provinciale della Gilda di Milano e docente dell’istituto Galilei-Luxemburg del capoluogo lombardo.

La vicenda riguarda un’intervista rilasciata nel novembre scorso dalla professoressa Valeria Serraino a Radio Lombardia in merito a un incendio divampato nella scuola e alle numerose segnalazioni inviate precedentemente alla dirigente scolastica e all’Ufficio scolastico territoriale per fare presente il grave rischio di sicurezza in cui si trovava l’istituto. Segnalazioni che, come raccontato dalla coordinatrice, sono rimaste inascoltate.

Nel comminare la sanzione disciplinare, l’Amministrazione non ha negato, però, la verità delle contestazioni sollevate da Serraino. Si è creata dunque una situazione paradossale: forse un procedimento disciplinare si sarebbe dovuto aprire, invece, nei confronti di chi è rimasto inerte rispetto alle segnalazioni sulla pericolosità della situazione nell’istituto. La decisione assume un contorno chiaramente punitivo aggravato dal fatto che sia stata rivolta ad una dirigente sindacale. Un sindacalista, in situazioni come queste, si espone a nome della collettività, rappresentando non un interesse personale ma generale. Purtroppo nell’atteggiamento della scuola pare estrinsecarsi un pericoloso intento intimidatorio nei confronti di chi denuncia le storture e le inerzie amministrative e questa deriva non favorisce certo l’affermarsi della legalità presso le pubbliche amministrazioni. Il codice deontologico dei pubblici dipendenti inoltre si presta ad interpretazioni soggettive e quindi anche il legittimo diritto di critica può essere impugnato come dichiarazione a danno dell’immagine della pubblica amministrazione, ma in questo modo comprime in maniera inaccettabile la libertà di pensiero e di parola, proprio presso i docenti per i quali il testo costituzionale ha concepito la libertà di espressione. Inutile sottolineare che si tratti di un fatto molto grave.

Michela Gallina