Numero 214, pag 4 - Giugno 2022

Con il Decreto Interministeriale 90 dell’11/04/2022, il Ministero dell’Istruzione ha comunicato la consistenza degli organici del personale docente per l’a.s. 2022/23. Ad una prima lettura, emerge in maniera abbastanza chiara la sostanziale invarianza numerica rispetto allo scorso anno, con un totale di circa 620.000 posti comuni nell’organico triennale dell’autonomia, 50.000 posti comuni di potenziamento e 117.000 posti di sostegno, di cui circa 6.500 di potenziamento, per un totale di oltre 770.000 posti.

Ciò che cambia rispetto allo scorso anno scolastico è la distribuzione interna dei posti individuati, che risente significativamente anche dell’introduzione dell’insegnamento di Educazione motoria per il quinto anno della Scuola primaria, per il quale la Tabella 1 allegata al DI 90 istituisce 2247 posti. Inoltre, sono stati destinati circa 9000 posti alle classi costituite in deroga ai parametri del DPR 81/09, dunque meno numerose rispetto a quanto stabilito dalla normativa vigente, in aree a svantaggio socio-economico o ad alto tasso di dispersione scolastica, ed è stato confermato l’aumento dei posti di sostegno per circa 11.000 unità previsto dalla Legge 178/2020. Tuttavia, il DI 90 ribadisce con insistenza che tali posti – Educazione motoria per la Primaria, posti per classi meno numerose e posti di sostegno – non rappresentano incrementi numerici effettivi rispetto agli organici dell’a.s. 2021/22 e sono istituiti, naturalmente, nei limiti delle ‘risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente’. Pertanto, non si prevede né un aumento dei posti a disposizione né un incremento delle risorse economiche per gli organici scolastici rispetto a un anno fa: ciò significa che, a fronte degli incrementi individuati, vi è stato un equivalente taglio di posti in organico, distribuito tra le Scuole dei diversi ordini e gradi.

Sul mondo della scuola, inoltre, aleggia lo spettro di un’ulteriore tagliola, messa a punto nel famigerato DL 36/2022, (Ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza), contro cui le OO.SS. della scuola hanno indetto uno sciopero nazionale unitario il 30/05 con annessa manifestazione a Roma. Il Decreto Legge, infatti, mette a punto – tra le altre cose – un complesso sistema di formazione per i docenti, finanziato attraverso una razionalizzazione degli organici a partire dall’a.s. 2026/27 e un taglio della ‘carta docenti’ a partire dal 2027/2028. Il Governo, infatti, intende decurtare gli organici scolastici di 9.600 posti in cinque anni per finanziare un fondo di incentivazione per i docenti, destinatari di una retribuzione una tantum alla fine dei percorsi di formazione (di durata almeno annuale); la riduzione del budget per la ‘carta’, invece, sarà destinato al finanziamento dell’Alta Scuola di Formazione, cui sarà assegnato il compito di curare le diverse fasi della formazione del personale scolastico.

Si tratta di un provvedimento che si intreccia profondamente alle riflessioni contenute nel PNRR sul tema della denatalità, uno dei problemi italiani più temuti anche dall’UE. Le strategie del Governo sono rivolte, da una parte, a un potenziamento delle politiche a favore della natalità – tra cui potenziamento di nidi e scuole dell’infanzia – ma, dall’altra, poggiano su stime severe di riduzione della popolazione scolastica, che potrebbero rappresentare l’occasione per un intervento strutturale sulle cosiddette ‘classi pollaio’ ma che, ad oggi, sembrerebbero soprattutto il pretesto per una riduzione degli organici dei docenti. Saranno i prossimi passaggi parlamentari a definire con maggiore precisione i contorni della scuola del futuro.

Giampaolo Canetti