Numero 210, pag 1-2 - Marzo 2021

Il Ministro Brunetta ha dichiarato alla stampa che nei prossimi contratti del pubblico impiego ci saranno circa 107 € di aumento medi. Ovviamente non ha detto che si tratta di cifre lorde e che devono essere parametrate su tutte le posizioni presenti nel pubblico impiego, dai dirigenti all’impiegato esecutivo.

Di fatto la cifra promessa non si discosta dal quanto già determinato in sede di bilancio dello Stato approvato dal precedente governo e che già abbiamo criticato.

 

I docenti rischiano, se si provvederà alla ripartizione degli aumenti in modo proporzionale agli attuali livelli stipendiali e se non sarà scorporato dalla discussione in atto il comparto della scuola, di ricevere un aumento medio netto di 50-60 € a regime. Non si parla di recupero degli anni di vacanza contrattuale.

In cambio si chiederà probabilmente l’inserimento della formazione obbligatoria (per quante ore annuali?) e il riconoscimento della DAD o DDI come modalità strutturale di erogazione del lavoro. In pratica un peggioramento delle condizioni di lavoro. Per contro partita la visione brunettiana e dei confederali (CGIL-CISL-UIL) avrebbe come effetto la defiscalizzazione del lavoro aggiuntivo togliendo il limite alla corresponsione soggettiva. La contrattazione di Istituto diventerebbe così fondamentale per ripartire gli effettivi aumenti stipendiali.

A questo punto sarebbe una vera sventura perché, a seconda della scuola in cui si lavora e a seconda delle RSU presenti, per la stessa funzione aggiuntiva (coordinatore di classe, ecc..), sarebbero possibili retribuzioni diverse. Ma sappiamo bene che i confederali considerano la contrattazione di Istituto fondamentale per attuare il loro concetto di partecipazione e concertazione cui corrisponde anche il controllo su iscrizioni al sindacato e la creazione di un consenso in cambio di incerti riconoscimenti professionali.

Per evitare questa situazione vergognosa è necessario rilanciare la proposta di area separata di contrattazione per la docenza evitando che essa sia omologata al sistema impiegatizio.

Gilda degli insegnanti di Venezia