Numero 209, pag 3 - Ottobre 2020

Nel maggio del 1992 un gruppo di maestri triestini, in accordo prima con Maria Carla Gullotta e poi con Sandro Gigliotti, fondatori della Gilda, costituirono il SAM-GILDA interno alla Gilda, ma autonomo perché la Gilda non riusciva a fare alcuna presa sulle scuole elementari.

 

Un anno dopo la partenza per quest’impresa, attraverso un comitato di genitori che contestava i rientri pomeridiani, venni a sapere che ad Ischia c’era un maestro molto agguerrito, si chiamava Gaetano Mattera.

Ci conoscemmo telefonicamente e parlammo molte volte di questo nuovo sindacato, lui era molto titubante ad occuparsi di sindacato. Mi diceva: “Rino, non è cosa, io non so nulla di sindacato. Non so neppure se si mangia o si beve”. Mi parlava in dialetto campano, la mia origine mi consentiva di capire quasi tutto ciò che mi diceva.

Mi chiese di andare sull’Isola e fare delle assemblee, per capire se le nostre idee potessero far presa.

Presi il treno da Trieste ed andai a fare tre giorni di assemblee ad Ischia. Un’esperienza indimenticabile per la simpatia ed umanità di Gaetano, oltre che per la bellezza dei luoghi.

Conquistammo una quindicina di iscritti, la prima base su cui costruimmo il sindacato.

Gaetano ed io, con la santa pazienza della moglie, Maria, da quel giorno passammo un numero enorme di giornate, soprattutto serate al telefono: lo aiutavo a risolvere situazioni, gli scrivevo ricorsi. Mese dopo mese la nostra creatura cresceva.

Ogni tanto dovevo fermarlo e calmarlo, Gaetano era come un cavaliere medievale, pronto a partire lancia in resta per combattere ingiustizie e prepotenze.

Negli anni, Gaetano Mattera, quasi senza accorgersene, costruiva la nostra più numerosa sede.

Periodicamente ci si vedeva nelle riunioni nazionali, dopo aver lavorato, il gruppo si stringeva attorno a Gaetano, sempre pronto al sorriso ed alla battuta. Gaetano affibbiava ad alcune dei nomignoli che restavano appiccicati per il resto della vita: “Tosca” la Silvana di Firenze, Alice Salata, la Michela di Treviso.

Si è cementato tra noi tutti un affetto fraterno che lascerà nei nostri cuori ed in quelli di tanti insegnanti un segno indelebile che durerà per tutta la vita che ci resta.

Gaetano, come dicono gli Alpini, sei andato avanti.

Rino Di Meglio