Numero 208, pag 1-2 - Febbraio 2020

Le dimissioni del ministro dell´Istruzione Fioramonti hanno confermato l’amara considerazione che purtroppo in Italia i Governi, di qualunque colore politico siano, non ritengono istruzione e ricerca leve strategiche per lo sviluppo e la crescita del Paese.

 

La decisione di Fioramonti aveva destato sconcerto proprio perché avvenuta a ridosso dalla firma di un accordo tra Miur e sindacati (19-20.12.19) con cui il ministro stesso aveva assunto precisi impegni in merito a questioni di fondamentale importanza. Sul tavolo il rinnovo del CCNL, contrasto alla precarietà, nuovo sistema per le abilitazioni, passaggio dei facenti funzioni nel ruolo dei DSGA, soluzioni per completare la stabilizzazione dei precari in Enti di Ricerca, Università ed AFAM, definendo anche in modo puntuale tempi, modalità e strumenti attraverso i quali portare il tutto a positiva soluzione, (come indicato nel verbale di conciliazione sottoscritto dalle parti).
Nel verbale si faceva inoltre preciso riferimento alla necessità di consolidare il carattere unitario e nazionale del sistema d’istruzione.

Dopo le dimissioni di Fioramonti il dicastero di Viale Trastevere è stato sdoppiato e dal 9 gennaio scorso ha ottenuto il via libera del Consiglio dei Ministri. All’Università e Ricerca è stato nominato il Rettore Gaetano Manfredi e all’istruzione il già sottosegretario Lucia Azzolina che ha salutato l’incarico di ministro dichiarando: “Guidare il Ministero dell’Istruzione sarà per me un grande onore. Non nascondo l’emozione che provo in questo momento. Nella scuola ho passato gli anni più belli della mia vita, prima come studentessa e poi come insegnante. Alla scuola voglio restituire ciò che mi ha dato.

Nel corso di un primo incontro interlocutorio, le organizzazioni sindacali hanno comunque sollecitato la nuova titolare di viale Trastevere a riavviare con la massima urgenza il percorso di attuazione degli impegni concordati in sede di conciliazione fra sindacati e MIUR a dicembre che avevano implicato l’annullamento dello sciopero indetto.

Al riguardo la ministra Azzolina ha assicurato che a breve avrebbe avviato i tavoli tecnici e politici, pur facendo presente la necessità di una verifica politica con le forze di maggioranza per quanto riguardava le soluzioni da adottare a regime su reclutamento e abilitazioni. Nel corso del primo incontro con il Ministro, la Federazione GILDA-UNANMS ha depositato la sua proposta programmatica.

La ministra è stata di parola, l’avvio dei tavoli non si è fatto attendere, peccato però che fin da subito i sindacati si siano scontrati con un atteggiamento di mancata disponibilità al dialogo e al confronto, le soluzioni erano già state prese in altra sede. Come si apprende dal comunicato unitario delle O.O.S.S. rappresentative: “l’atteggiamento del MIUR a conclusione del confronto sui provvedimenti attuativi del decreto su reclutamento e abilitazioni è stato di totale chiusura rispetto alle proposte dei sindacati”. Il verbale che è stato redatto al termine dei due giorni di confronto dà conto della totale indisponibilità rispetto a richieste coerenti con gli impegni presi dall’Amministrazione, intese che oggi, in presenza di un rinnovato assetto del ministero, sono state totalmente disattese. Le 5 più importanti sigle sindacali hanno deciso di convocare con urgenza le segreterie unitarie per valutare delle azioni, tenuto conto che le ragioni per cui sono state a suo tempo sospese le iniziative di mobilitazione sono venute adesso definitivamente a cadere.

L’Amministrazione ha risposto con una chiusura totale su tutte le principali questioni politiche che abbiamo sollevato: a questo punto, venuti meno gli accordi sottoscritti nell’intesa siglata con lo scorso Governo, si fa sempre più concreto un ritorno alla mobilitazione”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Federazione Gilda-Unams, ha commentato l’esito del confronto, iniziato il 29 gennaio e conclusosi il 30 al Ministero dell’Istruzione, riguardo i bandi dei concorsi ordinari e straordinari.

Questi i nodi principali sui quali il ministero si è dimostrato contrario a concedere:

- possibilità per i docenti con 3 anni di servizio o più su sostegno senza specializzazione di partecipare alla procedura straordinaria per la classe di concorso da cui sono stati nominati;

- bando con procedura ai soli fini abilitanti prevista dal Decreto 126/2019, con indicazione di un termine entro cui avviare il confronto;

- valorizzazione del servizio;

- pubblicazione della banca dati dei quesiti.                      

Michela Gallina