Numero 208, pag 2-5 - Febbraio 2020
Le dimissioni del ministro Fioramonti sono state un gesto dimostrativo e di protesta rispetto all’esiguità delle risorse stanziate nella legge di Bilancio. Si tratta dell’ennesimo gesto di sciatteria del governo rispetto alla valorizzazione della formazione culturale di un’istituzione portante di uno Stato: la scuola. Il fatto che ormai ci siamo assuefatti a tale atteggiamento non rende la realtà meno grave.
Le risorse stanziate consentono, a regime, un incremento delle retribuzioni di poco superiore all’inflazione: meno di 80 euro lordi medi mensili, un traguardo ben lontano dall’aumento a “tre cifre” promesso a più riprese dall’ormai ex ministro e dagli accordi siglati con il Presidente del Consiglio nell’aprile dello scorso anno. Come sottolineano all’unanimità i 5 sindacati rappresentativi: “Il fatto che oltre il 40% dei lavoratori del comparto beneficia dell’elemento perequativo dimostra che le retribuzioni del comparto istruzione e ricerca sono significativamente inferiori a quelle delle altre pubbliche amministrazioni”.
Uno spiraglio per vedere aumentare sensibilmente il peso della busta paga potrebbe derivare dall’eliminazione del cuneo fiscale, intento contenuto nella Legge di Bilancio n. 160 del 2019. Secondo le nuove disposizioni, il decreto legge “Misure urgenti per la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente” che se applicato in via provvisoria a partire dal secondo semestre del 2020, potrebbe comportare incrementi pari a quelli di seguito riportati in base alla nuova ridistribuzione delle fasce stipendiali:
- Limite di reddito 28.000 euro lordi annui – Bonus 2020 da 100 euro netti al mese con modalità di erogazione: credito Irpef in busta paga;
- Da 28.001 e fino a 35.000 euro lordi annui – Bonus 2020 da 80 euro con modalità di erogazione: detrazione fiscale sui redditi da lavoro dipendente
- Da 35.001 e fino a 40.000 euro lordi annui – Bonus 2020 da 80 fino a 0 euro con modalità di erogazione: detrazione fiscale sui redditi da lavoro dipendente.
In pratica verremmo ad avere più vantaggi dalla manovra sul cuneo fiscale che non dal un rinnovo contrattuale. Sommando gli effetti di entrambi comunque l’impatto sul reddito sarebbe il più alto degli ultimi tempi.
Quindi gli effetti degli 80€ di Renziana memoria si dilaterebbero a 100€ estendendosi anche ai redditi compresi fra i 26mila € e i 28mila Euro.
Al momento comunque siamo ancora in situazione di stallo per quanto riguarda l’avvio dei tavoli contrattuali e i rapporti con il nuovo dicastero si sono da subito rivelati piuttosto tesi, meglio quindi moderare prudentemente le aspettative.
Michela Gallina