Numero 201, pag 6 - Novembre 2017
In principio fu L’ASILO –privata assistenza-
ma di bimbi non c’era una grande frequenza.
Poi fu la SCUOLA MATERNA STATALE,
a macchia di leopardo sul terreno nazionale.
LA SCUOLA DELL’INFANZIA fu una vera innovazione:
primo gradino del sistema d’istruzione!
Quante promesse, quale aspettativa:
la si voleva estesa ed inclusiva,
si vollero i docenti tutti laureati,
pur se precari, pur se malpagati,
si parlò persino d’obbligo di frequenza,
ma non si trovarono fondi a sufficienza.
Le buone intenzioni rimasero tali,
furono, invece, i tagli reali.
Ebbe così inizio, immediatamente,
una parabola più che discendente
ed i ministri inseriron nell’agenda
l’idea di creare una SCUOLA AZIENDA.
Ma guarda un po’, non ci avevano pensato,
le scuole eran già pronte sul mercato:
comunali, religiose, private,
qualche sovvenzione ed eran sistemate.
Nell’epoca della libera concorrenza
i poveri bambini son diventati utenza,
ma al peggio non c’è fine, lo sapete
ed ecco apparire la legge 107
che con coraggio e con indifferenza
decide che d’infanzia la scuola può far senza
e detto-fatto relega in un “sottogirone”
quello che era il primo grado d’istruzione.
All’apparenza può sembrare cosa buona,
ma tra le righe qualcosa c’è che stona:
primo ciclo d’istruzione o sistema integrato,
il docente dell’infanzia dove viene collocato?
Programmazione, collegio docenti
o riunioni con i diversi enti?
Nessuno c’ha pensato, probabilmente,
non è un problema il lavoro del docente:
sempre per il medesimo “salario”
aumenterà l’impegno e anche l’orario
e già che siamo, via alle limitazioni,
si declasseranno le mansioni!
Parcheggio a ore, pubblico/privato,
questo è il pasticcio del sistema integrato.
E la scuola dell’infanzia, sinora un’eccellenza?
Ritornerà all’antico ruolo di assistenza.
Chiara Moimas