Numero 199, pag 3 - Marzo 2017

Si profilano tempi incerti per quel che riguarda la possibilità di contenere il potere dei dirigenti scolastici.

 

È durato poco il sollievo di un pronunciamento del Giudice del Lavoro di Foggia che sentenziava (Sentenza n. 7332/2016) contro la possibilità di un D.S. di comminare la sanzione della sospensione di 10 giorni nei confronti di una maestra.

Mentre il sindacato, a livello nazionale, sta lottando per vincere la battaglia contro la chiamata diretta cercando di arginare il più possibile la discrezionalità dei capi d’Istituto, sul versante dell’Amministrazione prevale la volontà di creare una figura di super preside dai poteri assoluti.

Infatti il Testo Unico di Riforma della Pubblica Amministrazione, ora in discussione al Parlamento, mira ad eliminare ogni forma di tutela nei confronti degli insegnanti, consentendo ai dirigenti di sospendere un docente fino a 10 giorni anche in via preventiva, senza aspettare i tempi contemplati per l’avvio del procedimento disciplinare. Sembra quasi una mossa con cui il MIUR intende mettersi al riparo da eventuali ulteriori sentenze dello stesso tipo.

I contenziosi fra docenti e dirigenti infatti negli ultimi anni si sono moltiplicati e purtroppo sempre più spesso capita di constatare come le motivazioni all’origine non riguardino negligenze o inadempienze professionali da parte dei docenti, ma tentativi di sottolineare il proprio potere da parte dei presidi.

Questioni quindi di tipo personale, simpatie-antipatie prendono il sopravvento su altre legate allo svolgimento responsabile ed accurato della propria professione, il merito viene sempre più confuso con il servilismo e la compiacenza… una triste deriva della dignità professionale, supportata dalle scelte legislative irresponsabili di una politica miope.            

                                   M.G.