Numero 196, pag 4 - Ottobre 2016

Considerati i numerosi errori segnalati dai nostri iscritti che avevano chiesto il trasferimento in base al nuovo contratto sulla mobilità e si sono ritrovati vittime di un algoritmo a dir poco “impazzito”, la Gilda degli Insegnanti il 5 agosto scorso ha presentato istanza, tramite formale richiesta di accesso agli atti per acquisire l’algoritmo. 

Si trattava di un intervento a tutela della trasparenza. Successivamente, a causa della mancata risposta del ministero, il sindacato è ricorso ad una diffida, avvertendo l´Amministrazione che si sarebbe rivolto anche alla magistratura nel caso l’istanza non fosse stata accolta. Per tutta risposta, il 15 settembre è stato recapitato un mero memorandum sul funzionamento della procedura di mobilità ambiguo e confuso: niente algoritmo dunque! Con buona pace della trasparenza e dell’imparzialità. Negato l’accesso alla famigerata formula matematica che ha deciso le sorti di migliaia e migliaia di docenti generando numerosi errori solo in parte ammessi dallo stesso Miur che ha avviato una serie di dubbie conciliazioni.

Non resta che rivolgersi al Tribunale. "La documentazione che ci è stata fornita dal Miur non risponde in alcun modo a quanto avevamo richiesto con la nostra istanza di accesso agli atti”. A dichiararlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti. "La metà della documentazione fornita è composta da riferimenti normativi che evidentemente - spiega Di Meglio - eludono alla nostra specifica richiesta di conoscere i codici sorgente che, se fossero stati forniti, sarebbero dovuti essere analizzati e valutati da un perito informatico. Inoltre anche la descrizione dell´algoritmo appare lacunosa perché mancano tutte le condizioni previste dal CCNI sulla mobilità che hanno provocato i numerosi errori segnalati dai docenti".

"A questo punto - dichiara il coordinatore della Gilda - proseguiremo rivolgendoci alla magistratura per ottenere l´algoritmo utilizzato dal Miur per la procedura della mobilità. Quanto al documento consegnato oggi dal ministero, sarà messo a disposizione degli insegnanti che nella scelta della sede di servizio, nonostante vantino un punteggio elevato, sono stati scavalcati da colleghi con punteggi inferiori".

Forse ingenuamente siamo portati a pensare che quanto è regolato da leggi matematiche rappresenti una garanzia di efficienza e di oggettività ma, in realtà, se le regole vengono occultate o sono accessibili solo ad una limitata platea di persone, le garanzie vacillano. Gli algoritmi, che sempre più spesso invadono e condizionano le nostre esistenze rischiano di creare una nuova tirannia in grado di eludere la nostra possibilità di controllo. Affidare quindi le decisioni ad una formula segreta, senza avere la possibilità di capire quali siano i criteri che muovono tale formula, rischia di generare situazioni di forte ingiustizia. Tra l’altro all’algoritmo non corrispondono persone fisiche, quindi diventa anche più complicato individuare il responsabile di eventuali errori per chiedere un risarcimento danni. In questo modo l’algoritmo può sollevare i “registi”, in questo caso programmatori e matematici, dalle responsabilità personali, tanto è la formula ad agire in funzione loro. Mala tempora currunt!

Michela Gallina