Numero 194, pag 1-4 - Marzo 2016

 La Gilda degli Insegnanti si è rifiutata di firmare il Contratto integrativo per la mobilità 2016-17. Il rifiuto di siglare l´intesa è coerente con la lotta portata avanti sin dall´inizio contro la legge 107/2015  che prevede la costituzione degli ambiti territoriali e la chiamata diretta discrezionale da parte del D.S..

Discrezionalità significa senza vincoli oggettivi determinati da graduatorie, per quel che riguarda la scelta dei docenti da assumere presso la propria istituzione scolastica. La posizione della nostra O.S. si è determinata sulla volontà di non scendere a patti e compromessi con un'amministrazione intransigente, che di fatto ha concesso poche aperture e che fonda le proprie indicazioni su presupposti incostituzionali. L'incostituzionalità, in questo caso, si riferisce sia alla chiamata diretta, sia alla discriminazione di trattamento che si viene a creare tra docenti a parità di contratto di lavoro; per cui ci saranno insegnanti titolari di una sede definitiva (gli assunti entro l'anno 2014-15) che potranno ancora per questa tornata chiedere il trasferimento provinciale su una sede ed altri (alcuni dei nuovi assunti, quelli delle fasi B e C), che dovranno chiederlo su ambito territoriale dal quale verranno successivamente reclutati da un dirigente scolastico con cui stipuleranno un contratto triennale rinnovabile. Perderanno così il diritto alla sede di lavoro stabile e alla conservazione del posto di lavoro. Se il male peggiore è stato evitato per la stragrande maggioranza attraverso una deroga alla legge, non dobbiamo dimenticare che le determinazioni, derivanti dalla 107/2015, sono comunque penalizzanti e peggiorative per tutti, basti pensare che per chi chiede il trasferimento o passaggio fuori provincia, è prevista comunque la scelta di albi territoriali. Inoltre, a partire dal prossimo anno, il problema si presenterà per tutti, quindi si tratta di un "rattoppo" provvisorio, oltre che di dubbia legittimità. La Gilda degli Insegnanti avrebbe accondisceso alla firma se solo l'amministrazione avesse accettato l'inserimento di criteri oggettivi, quali l'utilizzo di graduatorie, per contenere la discrezionalità dei presidi nell'assunzione del personale. Tuttavia, in data 10 febbraio, le altre organizzazioni sindacali hanno firmato l'ipotesi di contratto e quindi ora siamo in attesa dell'ordinanza che ufficializzi il testo.

In sostanza, oltre a violare i principi di giustizia ed uguaglianza, questa nuova mobilità scatenerà gravi problemi organizzativi e uno strascico infinito di contenziosi, basti pensare che i neo-assunti sono più di centomila e la metà di questi sarà coinvolta nel nuovo balletto confuso di regole per i trasferimenti.

Ciò dimostra che la riforma voluta a tutti i costi dal Governo è sbagliata e non rispetta la Carta Costituzionale.

(Di seguito, una tabella riassuntiva, a cura di Giuliana Bagliani, sintetizza le principali novità della mobilità 2016-17).

Le O.O.S.S. hanno ricevuto rassicurazione verbale che ancora per quest'anno ci sarà la possibilità di chiedere la mobilità annuale, ovvero le assegnazioni provvisorie e le utilizzazioni.

I PASSAGGI di cattedra e ruolo, effettuabili solo da coloro che sono entrati in ruolo entro l'anno 2014-15, seguono i criteri dei trasferimenti, però, per effetto della L 107/15, chi otterrà il passaggio dovrà ri-sottoporsi all'anno di formazione e prova così come riformato dalle recenti disposizioni.

 

PROBLEMI APERTI

A chi si trasferisce, non è ancora stato chiarito se sarà destinato su materia curricolare o su posto di potenziamento (non è chiaro se la scelta sarà discrezionale del DS o vincolata alla richiesta di tipologia di potenziamento presentata con il PTOF).

Gli allegati e le certificazioni, che solitamente accompagnano ed integrano la domanda di mobilità, quest'anno verranno decise unilateralmente dall'amministrazione e rese note attraverso un'apposita ordinanza.

Dato il ritardo organizzativo è probabile che la mobilità si svolga in tre fasi e a tutt'oggi manca la messa a punto del sistema informatico che deve gestire la mobilità sulla base delle nuove disposizioni.

Michela Gallina