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Redazione

Segreteria Nazionale

 

 

MARZO 2006


(S)FONDO D'ISTITUTO

 

Il Fondo d’Istituto è assegnato dal Ministero ad ogni scuola in base al numero di dipendenti – insegnanti ed ATA - che risultano nel suo organico di diritto (quello calcolato dopo i pensionamenti e i trasferimenti, con l’eventuale implemento di posti aggiuntivi concessi dal Ministero per variazioni nelle iscrizioni degli alunni). Questo è un fondo statale calcolabile in anticipo e che permette al Collegio dei Docenti la programmazione delle attività aggiuntive già dal mese di settembre, anche se i fondi non sono ancora accreditati concretamente sul conto bancario o postale della scuola.
La contrattazione preventiva in merito, tra RSU e Dirigente scolastico, deve avvenire subito dopo la delibera del Collegio dei Docenti sulle attività aggiuntive scelte per l’anno scolastico appena iniziato, per evitare – nell’infelice caso di “sforamento” delle spese – di chiedere al Collegio di ridimensionare il suo piano o, quantomeno, di indicare le priorità in base alle quali accettare l’avvio dell’impegno aggiuntivo. Il piano, infatti, deve essere progettato compatibilmente con le risorse a disposizione.
Si eviteranno così molte sgradite conseguenze che alcuni Istituti cercano di ovviare con formule la cui legittimità è sospetta; è scritto in alcuni Contratti d’Istituto, infatti, che le attività aggiuntive svolte saranno pagate compatibilmente con le risorse a disposizione, riservandosi la possibilità di compensare a forfait ciò che in precedenza era stato deliberato come pagamento orario. Così, alcuni insegnanti che avevano assunto un impegno lavorativo aggiuntivo calcolato di 30 ore, ad esempio, si sono visti pagare soltanto 15 ore o poco più!
Anche i docenti, però, a volte hanno le idee poco chiare in merito: dovrebbero sapere che possono pretendere soltanto il rispetto di quanto deliberato dal Collegio, non di più. Solo nel caso in cui non tutte le risorse siano state utilizzate e ci fossero dei residui nel Fondo d’Istituto (FIS), il Collegio-la RSU-il D.S. possono distribuire questi ulteriori fondi, a consuntivo, e possono essere presi in considerazione impegni risultati più gravosi del previsto.
Entrano a far parte del FIS anche tutte le altre risorse che possono essere messe a disposizione da Enti pubblici, privati, europei…(paragrafo a) del comma 3 dell’art. 83 del nostro Contratto); sono perlopiù finalizzate e riferite a particolari progetti. Su tutte queste entrate e sulle eventuali economie, tutte utili a compensare prestazioni aggiuntive, è comunque obbligatoria la contrattazione decentrata d’Istituto.
Spesso capita che i Dirigenti Scolastici ficchino le mani in questi soldi con troppa avidità, senza considerare che essi appartengono al NOSTRO Contratto, e non al loro (che è ben diverso nei compiti e nella remunerazione). Ricordiamoci che il FIS è stato voluto dai sindacati tradizionali (sempre convinti che gli insegnanti lavorino poco) e dal nostro datore di lavoro (che così risparmia, non considerando queste entrate pensionabili); è stato da allora avviato un meccanismo che ha aumentato enormemente i conflitti interni, sia con la Dirigenza sia tra colleghi…per due miseri euro, ed ha permesso ai Dirigenti ed al personale ATA di essere alleggeriti da incarichi tutti loro: con la parte del FIS riservata agli insegnanti per “ATTIVITA’ AGGIUNTIVE FUNZIONALI ALL’INSEGNAMENTO” troppi colleghi si sono accollati lavori di organizzazione e di gestione della scuola, che competono ad altri e sono ben lontani dall’insegnamento. Dovremmo scegliere attività che facilitino il nostro lavoro, non aumentare impegni su impegni.
D’altronde la nostra categoria ha assecondato tale andazzo ed ha inventato – anche dal lato linguistico – mille diverse definizioni per questi incarichi organizzativi del servizio. È pur vero che i Collaboratori del Dirigente possono essere soltanto due, per sollevare il Capo da alcuni suoi compiti, ma poi si è aggiunta una miriade di incombenze di servizio che gli insegnanti stessi deliberano nel Collegio di accollarsi e che, pur chiamandosi in modi diversi, hanno lo stesso mansionario sottinteso. Facciamone degli esempi, tratti da alcuni Contratti d’Istituto, in vigore:

- Titolo: “Il presidio del servizio”
- Addetti/Referenti/fiduciari di: plesso, laboratorio video, aula scienze, aula musica, biblioteca insegnanti, biblioteca alunni, aula di lingua straniera, aula per l’alfabetizzazione, aula informatica, aula per l’integrazione, aula teatro, palestra; per: attività di tirocinio e/o docenti tutor, INVALSI, attività di integrazione sul territorio, uscite-visite guidate-viaggi ….. ;
- Responsabili/incaricati dei laboratori e dei servizi, delle carte geografiche, degli orari dei laboratori e delle aule speciali, dei materiali H, della mediateca, degli audiovisivi, dell’aula multimediale, della biblioteca d’inglese, del laboratorio di scienze, della videoteca, del laboratorio video, del laboratorio musicale, degli attrezzi della palestra, della formazione delle classi, dell’accoglienza, dell’intercultura e di: linguaggi-integrazione-valutazione-autovalutazione-valutazione di sistema, verbalizzanti Collegi…..;
- Coordinatori didattici: di sezione, di plesso scuola primaria, di livello scuola primaria, di classe, di intersezione, dell’area linguistica/scientifica/informatica…


E poi ci sono le cosiddette Commissioni, imitazione maldestra di quelle parlamentari: dovrebbero essere articolazioni del Collegio dei Docenti per facilitare il lavoro istituzionale di quest’organo collegiale, che così sarebbe meglio informato, prima di deliberare su un dato argomento.
Col tempo, però, le Commissioni nella scuola hanno avuto sempre più vita autonoma rispetto al Collegio e si sono aggiunte o sovrapposte alle “funzioni strumentali”, moltiplicando a dismisura, per esempio, l’impegno economico ed umano-professionale per la stesura del POF o per la dispersione scolastica, il disagio e l’handicap…
Ecco allora comparire Commissioni per: continuità (nido/infanzia, infanzia/primaria, primaria/secondaria di I grado), formazione classi, accoglienza, attività sportiva, stesura POF, valutazione POF, stesura orario, settimana bianca, settimana verde; gruppi di studio per l’applicazione della riforma (per la scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di I grado), per il portfolio (es. 14 persone x 15 ore ciascuno = € 216,92 x 15 persone!), per la cartella infanzia-primaria-media. E ancora, allargando le competenze a dismisura: acquisti e collaudi, foto di classe, regolamenti …
Quasi tutti questi impegni seguono la logica del compenso orario, da cui si dovrebbe uscire, in considerazione dell’impossibilità di misurare soltanto con questo criterio la validità e l’efficacia degli interventi degli insegnanti.
Entro il 30 marzo, normalmente, RSU e Dirigenti scolastici devono concludere le trattative per i bilanci consuntivi; una volta avuta anche l’approvazione del Consiglio d’Istituto, deve seguire il controllo dei Revisori dei conti e finalmente saranno considerate pagabili le somme assegnate nel FIS anche se in realtà molte scuole, non avendo stabilito nel Contratto d’Istituto scadenze precise per i pagamenti, aspettano l’ultimo momento per liquidare quanto dovuto, persino novembre o dicembre dell’anno scolastico successivo.
Dalle premesse si deduce che l’insegnamento è diventato marginale, il rapporto con gli alunni filtrato da un sistema complesso, organizzato ad incastro e con una miriade di attività finalizzate…alle famose “efficienza ed efficacia”; ma si sta più tempo a formalizzare tutto ciò che si vuol fare e si è fatto … che a farlo per davvero. Come non bastasse, si sono accumulati strati e strati di impegni collaterali: l’insegnamento – da solo e per se stesso – non è ragione sufficiente a giustificare lo stipendio?
I Dirigenti scolastici sono protesi ad assegnarci compiti che spettano a loro, altrimenti non si capirebbe l’accanimento – nelle contrattazioni – per ottenere questi organigramma, che loro definiscono “democratici”, ma che in realtà sono il gioco dello scaricabarile. Comunque a loro non costano niente, visto che siamo pagati coi soldi del nostro Contratto.
In conclusione, mi chiedo: cui prodest questo complesso sistema? Non è possibile essere sollevati dai problemi e dalle responsabilità organizzative del servizio per concentrarci sul lavoro per cui abbiamo studiato e siamo stati reclutati? Perché mai noi siamo considerati capaci di fare il lavoro altrui e non capita mai il contrario?
… Sono davvero lavori che soltanto noi possiamo fare?…


Giuliana Bagliani
 

 

 

 

 

 

 

 

 
     

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