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Redazione

Segreteria Nazionale

 

 

 MAGGIO 2007


Questa è una provocazione o l'unica alternativa

reale al fallimento?

Supplenti senza stipendio!

 

E' sempre più diffuso, a livello nazionale.

Finora alcuni hanno taciuto, in più o meno paziente attesa e tirando la cinghia; alcuni hanno protestato più o meno timidamente, soprattutto con le segreterie delle proprie scuole e molto spesso solo verbalmente, ma sempre tirando la cinghia di cui sopra.

Siamo ora giunti al punto in cui alle porte dei sindacati arrivano supplenti che hanno ricevuto l'ultima busta paga ormai nel mese di dicembre! Gennaio e febbraio sono stati a volte solo parzialmente retribuiti: soldi materializzatisi in virtù di quale formula magica? Giunti (o attinti..) da dove?

I dirigenti non hanno soldi per pagare le supplenze brevi. Fino a quando? Ciò non è noto. Il Ministero non manda tutti i soldi necessari. Non ci sono soldi.

Le soluzioni possibili?

a) Attendere. Con retribuzioni assenti o parziali. Docenti precari a tutti gli effetti, anche remunerativi!

b) Rivolgersi ad un avvocato. Che sosterrà ovviamente la legittimità della richiesta e supporterà nell'agire in giudizio. Sembra triste, e lo è, doversi rivolgere ad un legale perché il datore di lavoro = lo Stato!!! non paga lo stipendio; ma ahimè necessario.

c) La bancarotta degli istituti scolastici. Alle aziende capita, se non riescono a pagare i dipendenti.

d) Cercare di sopravvivere. Le aziende si ridimensionano, a volte, prima di dichiarare fallimento. Si potrebbe fare, ad esempio, riducendo l'orario di insegnamento a tre ore giornaliere. Semplice, no? Necessario per salvare questa istituzione così cara a tutti noi ma non abbastanza da poterla reggere col volontariato (forzato, per di più!).

Impossibile? Eppure nel Testo Unico delle leggi sulle scuole di ogni ordine e grado, Parte I, Titolo I, Capo V, l'articolo 12 recita che “al pagamento delle retribuzioni delle supplenze temporanee di breve durata provvedono i capi di istituto ed i consigli di circolo e di istituto, utilizzando le apposite risorse, entro i limiti dei finanziamenti a tal fine previsti e nell'esercizio dei poteri di gestione di cui sono rispettivamente responsabili nell'ambito dell'autonomia scolastica...

Le apposite risorse non ci sono. I finanziamenti previsti a tal fine non arrivano.

E su come ciò sia realizzabile, siamo già stati illuminati dall’articolo 10 dello stesso T.U. al Capo I dello stesso Titolo (attribuzioni del consiglio di circolo o di istituto). Il comma 3 dice infatti che “ il consiglio di circolo o di istituto (...) ha potere deliberante, su proposta della giunta, per quanto concerne l'organizzazione e la programmazione della vita e dell'attività della scuola, nei limiti delle disponibilità di bilancio...

Per l'appunto, nei limiti delle disponibilità.

Si tratta di una provocazione, d'accordo. Ma, e i soldi?

Contemporaneamente a questi eventi così gravi, scorrono fiumi di parole che criticano, analizzano, tagliuzzano e sezionano la qualità della scuola italiana. Qualcuno parla di insegnanti poco motivati, addirittura troppo pagati. Alcuni giudicano il lavoro dell'insegnante come un impegno part-time, perché le ore di insegnamento si concentrano quasi solo al mattino.

C'è un detto in voga tra i bucanieri che calza alla perfezione: “il primo che osa dirlo, lo impicco all'albero maestro!”

Paola Frausin

 

 

 

 

 

 

 

 

 
     

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