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La Tribuna di Treviso del 24 dicembre 2004

Rappresentazione blindata alla scuola Ciardi

Emozione e applausi per il Cappuccetto delle Ciardi

 

Recita di Natale strettamente riservata e sorvegliata. I 150 bambini delle elementari Ciardi protagonisti dello spettacolo Cappuccetto Rosso, sono andati in scena ieri mattina a porte chiuse, vigilate dai carabinieri in borghese e da alcuni genitori. «Così proteggiamo la privacy dei bambini», si limitano a spiegare, respingendo i giornalisti oltre il cancello.

Dopo la polemica, sollevata da alcuni genitori e cavalcata dai politici leghisti, sulla mancanza del presepe, la maggior parte dei genitori sceglie il silenzio contro qualsiasi strumentalizzazione. Soltanto qualcuno all’uscita si ferma per definire la recita «emozionante, bella, che tocca il cuore». Soddisfatto anche il direttore didattico Francesco De Cristofaro che sottolinea la riuscita dello spettacolo, mostrando anche il lavoretto di Natale che rappresenta la Natività.

Sulla porta della scuola, è raffigurata la grotta con il Bambinello.

«E’ stato uno spettacolo delizioso, condotto molto bene - commenta il direttore De Cristofaro - Ringrazio insegnanti, piccoli attori e genitori che hanno collaborato. Mi sono emozionato». Dietro il piccolo palcoscenico allestito nell’atrio campeggia lo sfondo della città e gli alberi colorati del Bosco. Tra questi emerge l’abete di Natale, che nello spettacolo si illumina portando la luce, quindi la gioia per tutti gli animali, perfino per il lupo che si rivela meno cattivo di quanto sembra. «E’ stata una recita magnifica - commenta Maria Josefa Baena - ha trasmesso un messaggio di tolleranza, pace, giustizia.

Le insegnanti hanno preso spunto dalla fiaba di Cappuccetto Rosso per far capire ai bambini che bisogna andare oltre il pregiudizio». Le canzoni danno voce a un bosco bello proprio perché composto da tanti esseri viventi diversi. «Siamo tanti, siamo belli - canta il ritornello - siamo tutti alberelli, siam diversi, siam fratelli e per questo siamo belli». Anche il lupo cerca di farsi conoscere nonostante i pregiudizi. E’ l’albero di Natale che porta la festa nel bosco, una festa che coinvolge tutti, anche i fiori: «Nati da un seme nel buio profondo, nascono e insieme rallegrano il mondo». Alla fine c’è anche qualche nonno che elogia le novità. «Io sono di Fiera - dice Severino Bordignon - Mi piacciono le cose nuove, il diverso è bello».

 

24 dicembre 2004

 

 

 

 

 

 

 

 

 
     

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