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Redazione

Segreteria Nazionale

SETTEMBRE 2007


 

Tra rabbia e speranze 

inizia un nuovo anno scolastico

 

Nel corso dell’anno scolastico appena finito, vi sono stati aspetti molto negativi,soprattutto per ciò che concerne l’attenzione del Governo nei confronti della Scuola e degli Insegnanti; infatti le speranze originate dai programmi propositivi con cui si era presentato il nuovo Governo sono state rapidamente vanificate, soprattutto quelle relative ad una valorizzazione della Scuola pubblica statale e dei docenti sia sotto il profilo sindacale che in quello delle riforme e delle condizioni di lavoro.

D’altro canto, sul versante professionale, abbiamo riscontrato molti successi dovuti all’azione di sensibilizzazione, nei confronti dell’opinione pubblica, portata avanti dalla nostra Associazione.

Alcune grandi questioni e la denuncia del degrado dell’istruzione, prima limitati ad una riflessione interna, sono diventati finalmente oggetto di dibattito dell’opinione pubblica e riconoscere l’esistenza di un problema è il primo passo per risolverlo.

Per anni ci siamo battuti da soli, per esempio, contro il declassamento degli esami di stato e per il ripristino di quelli di riparazione; abbiamo detto a tutti che la Scuola è un’importante istituzione e non un parcheggio né un diplomificio.

Ebbene, finalmente se ne è cominciato a discutere sui media!

lo stesso discorso vale per le situazioni di violenza verso i docenti, da parte di alunni, genitori e, talvolta, di qualche Dirigente. Ricordo che, per la prima volta, il Ministero è stato costretto

ad intervenire pubblicamente su due casi esemplari, uno nel Nord, l’altro al Sud.

Continueremo ad essere instancabili nel proseguire nella nostra opera di denuncia delle storture dell’autonomia e delle situazioni che degradano la Scuola pubblica e la funzione docente, solo così un crescente numero di colleghi potrà identificarsi in noi.

Veniamo al fronte sindacale: mai, come negli ultimi diciotto mesi, si è dimostrata in modo così palese la sudditanza alla politica delle OO.SS. tradizionali, basta guardare la sequenza dei fatti sindacali per rendersene conto senza possibilità di smentita. La loro azione sindacale, infatti, è spesso consistita in proteste solo di facciata che in realtà nascondono accordi sotterranei con il potere politico dal quale ricevono in cambio attenzioni, leggi speciali, posti e sistemazioni, anche di alto livello, insomma

due caste che fingono di combattersi, ma che si sostengono a vicenda. Qualche esempio?

Il contratto biennale 2004/05 viene chiuso nel settembre 2005; una parte degli aumenti (lo 0,7% ed i risparmi dell’anno scolastico 2004/05 sui quali si doveva chiudere entro dicembre 2005), spariscono nel silenzio totale di CGIL, CISL, UIL e SNALS, che lasciano la GILDA degli Insegnanti a reclamarlo in solitudine, anzi, accettano tranquillamente che vadano a rimpinguare il contratto successivo, quello

scaduto a gennaio 2006, a perdersi cioè nel tempo.

La legge finanziaria per il 2007 prevedeva per la Scuola pesanti tagli agli organici, lo sapevamo tutti, a dicembre 2005 CGIL, CISL e UIL non scioperano, aspettano a proclamare un balletto di scioperi, più o meno finti, e inscenano proteste quando i tagli si sono concretizzati.

Nell’intermezzo di questi lunghi mesi un fiorire di incontri, anche ai massimi livelli, la sottoscrizione di documenti di intenzioni, spesso tanto buone quanto inutili, tanto per riempire di

nulla il vuoto.

L’indennità di vacanza contrattuale?La chiediamo solo noi: gli altri sindacati ,l’ARAN, il Governo non sentono, non vedono, non parlano.

Eppure ritardare di due anni un contratto che dovrebbe tutelarci dall’inflazione, significa una cosa molto semplice: ridurre di fatto le nostre retribuzioni. Lungo poi sarebbe il discorso sui criteri con cui il Governo misura l’inflazione, saremmo contenti di agganciare i nostri stipendi al prezzo di giornale e

caffè!

Alla fine di maggio 2007, finalmente si aprono le trattative per il rinnovo del CCNL scaduto: dopo un mese e mezzo di incontri sulla parte normativa, nel corso delle quali si riscontra con chiarezza che né l’ARAN né i confederali hanno intenzione di miglioramenti sostanziali, si arriva al nodo delle risorse finanziarie: il 13 giugno il Governo non è ancora in grado di garantire neppure le modeste somme promesse. La trattativa si interrompe. La Federazione Gilda-UNAMS a questo punto, interrompe le trattative e denuncia pubblicamente l’inadempienza, gli altri rimangono in silenzio, neppure qualche riga di protesta e si immergono nell’estate.

Queste scarne riflessioni dovrebbero essere sufficienti a convincere tanti colleghi che se le cose vanno male la responsabilità appartiene anche ad un sindacalismo che è fortemente condizionato da legami di appartenenza politica. Solo la crescita di un’associazione libera e trasversale come la nostra, può garantire una reale e seria rappresentanza ai docenti.

Rino Di Meglio

 

 

 

 

 

 

 

 

 
     

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