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Redazione

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  GIUGNO 2006


E’ per questo che c’è l’insegnante

 

Su un recente numero della rivista “LA TECNICA DELLA SCUOLA” è apparso un articolo riguardante le dichiarazioni rilasciate dallo scrittore brasiliano Paulo Coelho nel corso di un’intervista avvenuta all’interno delle manifestazioni organizzate al Lingotto di Torino in occasione della Fiera del Libro.
Nell’incontro con il pubblico, Coelho ha dichiarato di essere convinto che gli insegnanti, in futuro, dovranno chiedere agli studenti “Dimmi tu cosa vuoi imparare”, comprendendo la necessità di assecondare gli allievi nelle scelte degli argomenti e delle materie.
Chi è insegnante e pertanto impegnato nella strenua lotta quotidiana della trasmissione del sapere, non può approvare in toto una simile affermazione e non esclusivamente a difesa del proprio ruolo nel sistema o, se vogliamo, della propria possibilità di sussistenza.
Il sapere che si trasmette o che autonomamente si ricerca è fatto di “contenuti” e ci sono, in ogni branca dello scibile, alcuni “contenuti” dai quali è impossibile prescindere, pena la incomprensione della materia.
L’insegnante agevola l’allievo nel compito di una primaria ricerca, sottoponendo alla sua attenzione quei “contenuti” che potranno veicolarlo verso una più ampia conoscenza.
Non solo. L’insegnante prende spunto dai suddetti contenuti per avviare i ragazzi ad un approccio esegetico, per intraprendere con essi un percorso di approfondimento, di riflessione epistemologica, di lettura trasversale, di raffronto di opinioni.
Non solo. L’insegnante nel proporre i “contenuti” tiene conto dell’età dei ragazzi, della loro precedente formazione, delle potenziali capacità di ognuno, dell’impatto emotivo, della possibilità di innesti di altri “contenuti”.
Non solo. L’insegnante, mentre propone il “contenuto” valuta l’attenzione che gli è riservata, la sollecitazione intellettuale che provoca e, quando lo ritiene opportuno, corregge la rotta, affrontando l’argomento da diversi punti di vista e/o dando risalto a determinati aspetti dello stesso.
E’ per questo che c’è l’insegnante.
Il punto di incontro e di divergenza con Coelho sta proprio nel concetto di interesse, perché è vero che il piacere della conoscenza è subordinato all’interesse, ma è anche vero che esiste un denominatore comune che ci attribuisce appartenenza e capacità relazionale, oramai, se lo vogliamo, a livello globale.
E’ indispensabile rendere quel denominatore accattivante, rivestirlo di interesse e questo è il compito dell’insegnante, questa, a volte, la magia che il docente sa operare per trascinare i ragazzi lungo impervi sentieri.
Del tutto legittimo ed auspicabile che ognuno utilizzi il suo tempo navigando sui mari di internet alla ricerca non solo di nozioni.
E’ per questo che il mito di Odisseo persiste.
E’ innegabile che ci debba essere qualcuno che parla non solo alla mente, ma anche al cuore.
Per questo ci sono Coelho e gli scrittori.

Chiara Moimas
 

 

 

 

 

 

 

 

 
     

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