Home     In primo piano     Rubriche      RSU       Archivio      

     

 

 

 

Home-page

In primo piano

Rubriche

  • Autodifesa

  • normativa

  • Eventi

  • Dibattiti

  • Quesitario

  • Precari

  • Le migliori

  • Bestiario

R.S.U.

Archivio di SAM-notizie

Links

Comunica con noi

Redazione

Segreteria Nazionale

GIUGNO 2008


EN A Memoria

(Continuazione dal numero precedente)

 

Esiste una proposta, forse non originale ma sostenuta da sempre dal nostro sindacato e … nell’ottica di una pietosa eutanasia: premesso che oggidì i maestri hanno la grave preoccupazione per il loro futuro, visto il nuovo sistema di calcolo delle pensioni (contributivo e non più retributivo), sarebbe auspicabile liquidare l’ENAM e far confluire tutte le sue risorse nell’INPDAP – che ha già le sue strutture e il suo personale – in modo da ottenere per i maestri una pensione complementare, anche non reversibile, proporzionata alla consistenza ed al numero dei contributi versati, lasciando la possibilità alle singole persone che hanno dato i contributi di vedersi liquidare in contanti la parte spettante. Nel caso, sarebbe fondamentale la quantificazione dei contributi versati e la confluenza nell’INPDAP anche del patrimonio dell’ENAM, che andrebbe venduto (ma non svenduto!) perché entri nel calcolo delle somme a disposizione di maestri e Direttori didattici.

Non è da escludere neppure la possibilità di una polizza sanitaria per tutti, considerato che questo tipo di assistenza è quello più richiesto.

Va considerato che, col passare dei decenni, le strutture Provinciali e soprattutto quella nazionale, assorbono troppe risorse economiche, a discapito dell’assistenza agli iscritti, creando l’assurda situazione che i più POVERI, con i loro 11/12 euro mensili (circa 5.000 Euro nell’arco dell’intera vita lavorativa) mantengono un Ente che dà più a se stesso che alle finalità per cui è stato fondato, nel lontano 1947.

Si aggiunge l’osservazione che questa trattenuta, obbligatoria per Legge, non è autorizzata da alcun Contratto di lavoro e che, sin dal D.lvo 29 del 3 febbraio 1993 e dal Contratto del 4 agosto 1995, il CCNL della scuola è di tipo privatistico, non sarebbe legittimo quindi effettuare l’automatismo della iscrizione all’ENAM. Anche questa situazione potrebbe essere impugnata da qualsiasi iscritto in qualsiasi momento. Salvo restando la tutela dei diritti già acquisiti di chi ha versato contributi nel corso degli anni, si auspica l’abolizione dell’obbligatorietà della trattenuta.

Giuliana Bagliani

 

 

EN A Memoria

 

È ormai chiaro (vedi SAMnotizie n. 130 di maggio 2007) che questo Ente era lì lì per soffocare dalle troppe richieste di assistenza e da leggi finanziarie che ne limitavano le uscite (legge finanziaria n. 311 del 30/12/2004 e Decreto Bersani n. 223 del 4///2006). Il Consiglio di Amministrazione dell’ENAM, nelle strettoie delle norme, aveva deliberato di sospendere temporaneamente – dal 2 aprile a tutto giugno 2007 - le erogazioni dell’Ente, ma senza sospendere contestualmente le trattenute obbligatorie. Tale decisione era stata stigmatizzata dal nostro sindacato perché si trattava di una posizione illegittima: si sarebbe potuta considerare un’appropriazione indebita e, quindi, configurarsi quale reato, mettendo ogni singolo iscritto nel diritto di adire alle vie legali. Un Comitato Provinciale, coerentemente, ha chiesto le dimissioni del Consiglio di Amministrazione ed ha ottenuto, quale risposta, che era “fuori di ogni concezione e luogo visto l’impegno messo per risolvere i problemi”.

Preso atto che ora le restrizioni della Finanziaria 2004 e dal Decreto Bersani hanno cessato la loro validità ed è stato quindi possibile cominciare a liquidare quelli che avevano richiesto un contributo negli anni 2005, 2006 e 2007, è rimasto comunque il problema di base che mette seri dubbi sul futuro dell’Ente: i soldi non bastano.

La logica a fondamento dell’ENAM sta nel fatto che TUTTI danno il loro contributo, TUTTI hanno diritto ad accedere alle prestazioni offerte, pur graduate secondo lo stato di bisogno ed altri criteri, ma soltanto POCHI o ALCUNI chiedono i benefici derivanti dall’iscrizione obbligatoria all’Ente.

Il meccanismo ha funzionato finché le richieste sono rimaste POCHE, poiché soldi per TUTTI o TROPPI non ci sono e non ci possono essere… pur avendo TUTTI lo stesso diritto all’accesso delle prestazioni (anche i pensionati, che non hanno più la trattenuta).

Finora i Consigli di Amministrazione che si sono succeduti hanno scelto soltanto strategie per ridurre i rimborsi (vedi SAMnotizie n. 133 di ottobre 2007), tanto per tirare la faccenda per le lunghe, e ciò ha generato pesanti e fragorose proteste, soprattutto da parte di chi non riesce ad accedere neppure ad un piccolo rimborso per spese sanitarie, essendo stato raddoppiato il limite minimo di accesso.

POCO a POCHI è stato il sistema per temporeggiare.

Considerando però che l’inflazione reale ha decurtato notevolmente il potere d’acquisto degli stipendi dei maestri e che neppure il nuovo Contratto Nazionale della scuola ha concesso loro un livello europeo, le richieste sono comunque aumentate ed è aumentata sempre più la rabbia per una trattenuta mensile considerevole ed esclusiva di una categoria “ai limiti della povertà”, una vera e propria tassa che ci … “privilegia” e che dà minimi vantaggi. Non a caso sono aumentate le richieste di assistenza agli iscritti e la prospettiva è il ricorso alle prestazioni ENAM anche da parte di chi, finora, non vi accedeva.

Perdurando pertanto una quantità di richieste di contributi superiore alle entrate, l’inadeguatezza di questo Ente post-bellico alle necessità attuali permane, è grave e obbliga ad un ripensamento: bisogna accompagnare il moribondo ENAM, cercando per lui una morte dignitosa, e occuparsi delle sue proprietà cercando di non svenderle.

Il 24 e il 25 maggio si è tenuta a Roma l’Assemblea dei Presidenti e dei Segretari di tutte le Province d’Italia con il Consiglio di Amministrazione. Il Presidente, Ciro Di Francia, ha difeso con enfasi l’ENAM dall’idea di una sua confluenza nell’INPDAP (“Giù le mani dall’ENAM!”), ma nei fatti ha dovuto ammettere le difficoltà dell’Ente, che appena al 30 giugno riuscirà ad inviare ai Comitati Provinciali quanto necessario (8 milioni e mezzo) per liquidare le domande degli anni 2006 e 2007; rimarranno però ancora in sospeso alcuni dei rimborsi più onerosi per domande presentate direttamente alla sede di Roma.

Ed ecco la novità: il Consiglio di Amministrazione, avendo difficoltà a calcolare preventivamente le esigenze sanitarie (che incidono più di altre) ha proposto di non liquidare nessuno dal 1° ottobre 2008 al 31 agosto 2009: invieranno i contributi ordinari ai Comitati Provinciali, ma questi non li utilizzeranno (perché non tenerli a Roma, allora?!).

I motivi? Nel bilancio preventivo si è ipotizzata un’uscita di 25 milioni di Euro per l’assistenza sanitaria e al 31 agosto 2009, quantificando le esigenze emerse nelle Province, ci sarebbe ancora la possibilità di effettuare: 1) variazioni di bilancio nel caso alle Province non bastassero i soldi ed esistesse un avanzo di amministrazione; 2) una riduzione in percentuale di tutti contributi da erogare.

Molti interventi critici hanno ipotizzato maestri furibondi all’idea di aspettare tanto, sapendo che i soldi nella Banca ci sarebbero. Un’altra strategia dilazionatoria e intollerabile!

Il più modesto invito alla parsimonia non è stato assolutamente gradito, anche se è venuto spontaneo da chi vi scrive, dopo aver visto il prezzo di una stanza dell’albergo che ci ha ospitati: per una notte più di 240 Euro, a cui vanno aggiunti due pranzi ed una cena. Non poco visto che erano presenti due persone per provincia e le province in Italia sono tante!

Al contrario, si sta pensando di aumentare l’organico di Roma con una trentina di dipendenti in più: ora ci sono 68 persone in servizio, ma nell’organico (autorizzato dalla Funzione Pubblica) ci potrebbero essere 111 persone.

Giuliana Bagliani

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
     

Home      In primo piano     Rubriche      RSU       Archivio