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Redazione

Segreteria Nazionale

 

 

 DICEMBRE 2006


Classi Primavera

La pratica degli anticipi prevista dalla riforma Moratti era (anzi è, in considerazione del fatto che in alcune realtà ha trovato applicazione) un aberrante sistema di risoluzione di problematiche familiari e sociali, a spese dei bambini.

Le classi “primavera”, parimenti, non possono essere che un’ulteriore “trovata” per sopperire alla carenza di strutture idonee alla accoglienza dei piccoli, per aiutare i genitori che svolgono un’attività lavorativa.

I bambini di due anni hanno bisogno di strutture adeguate e di personale specializzato che non sono reperibili nella realtà delle scuole dell’infanzia.

E’ necessario sapere che:

- le sezioni di scuola dell’infanzia accolgono 28 bambini di età compresa tra 3 e 6 anni;

- per questo numero di bambini è previsto un insegnante;

- le strutture edilizie delle scuole dell’infanzia non prevedono ambienti adatti al riposo dei bambini piccoli;

- gli ambienti igienici non consentono di provvedere in modo idoneo alla cura personale dei bambini;

- il servizio di refezione si svolge nella quasi totalità dei casi in sale mensa rumorose e quasi sempre sguarnite di personale preposto all’assistenza dei bambini (es. aprire i vasetti di yogurt, distribuire la frutta, versare l’acqua….);

- contenziosi per l’attribuzione delle mansioni assistenziali sono all’ordine del giorno su tutto il territorio nazionale.

 

Sulla base di questi presupposti risulta difficile immaginare “la primavera” sbocciare nelle nostre scuole.

La realizzazione del progetto “classi primavera” prefigura enormi difficoltà organizzative e comporta lo snaturamento della scuola dell’infanzia, una scuola che nonostante tutto ha saputo raggiungere alti livelli qualitativi.

La paventata rimodulazione delle professionalità non può che dare adito ad interrogativi ed ansie all’interno degli operatori scolastici.

E’ necessario invece ribadire che la scuola dell’infanzia aspetta da anni che legislatori attenti ai bisogni dei più piccoli promuovano una riforma che riduca il numero massimo di bambini previsto per sezione e preveda la costante presenza di personale ausiliario.

La speranza ci induce ad attendere, da parte del senato, l’eliminazione dell’articolo che riguarda la costituzione di classi primavera dalla finanziaria, ma, realisticamente, non ci rimane che confidare nella mancanza di fondi per la loro effettiva attuazione.

In ogni caso permane la nostra ferma contrarietà. 

Chiara Moimas

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
     

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