Handicap e svantaggio

he cosa sta succedendo ai bambini che più hanno bisogno di un'attenzione ed un'offerta formativa misurata sulle loro capacità? Forse può essere utile ripercorrere, in sintesi, alcuni avvenimenti passati per capire meglio i presenti, avanzare critiche e trovare, eventualmente, proposte e rimedi. Con la Legge 517 del 1977 sono stati inseriti nelle classi comuni i bambini che avevano una dichiarazione di handicap e che già frequentavano scuole speciali. Gli insegnanti di sostegno erano invitati a "operare in costante collaborazione con gli insegnanti titolari, per interventi di sostegno e svolgimento di attività didattica differenziata" (C.M. 3/8/1977 n.216 prot. 3346). Ben presto si trattò, per la scuola dell'infanzia e della scuola elementare, di diventare il primo filtro per segnalare "comportamenti irregolari" ed ottenere una certificazione, avendo spesso l'ostilità della famiglia e dell'opinione pubblica perché si reputava l'handicap un marchio infamante. Permaneva la visione medioevale di malattia come vergogna e di malato come persona da tenere a distanza. Era stata anche alimentata l'illusione che ogni malattia mentale fosse soltanto una malattia sociale e che tutti i problemi si sarebbero risolti con l'accettazione e l'accoglimento.
Con la Legge 517/77 gli insegnanti di sostegno sono diventati contitolari delle classi in cui operano; ciò è stato riconfermato dalla L104 del 5/2/1992 (
Legge Quadro che tutela i soggetti handicappati), comma 6 "gli insegnanti di sostegno assumono la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui operano, partecipano alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e verifica delle attività di competenza dei consigli di interclasse … e dei collegi dei docenti". La stessa Legge, all'art. 15, comma 2 fa nascere il GLIS: "Presso ogni circolo didattico…sono costituiti gruppi di studio e di lavoro composti da insegnanti, operatori dei servizi, familiari…con il compito di collaborare alle iniziative educative e di integrazione…". Si è ripreso ciò che già esisteva con la Legge 258/1983.
Il GLIS è fondamentale per la formazione degli
Organici di diritto provinciali. Il D.M. 24/7/1998 n. 331 (riorganizzazione della rete scolastica)

al Tit. IV art. 41, comma 1 stabiliva che l'organico è fissato "…dal Provveditore agli Studi (oggi dal Direttore Regionale) sulla base delle proposte del Gruppo di Lavoro per l'Integrazione Scolastica tenendo conto: a) del progetto educativo individuale b) della diagnosi funzionale…".
Infatti ora, la Legge 28/12/2001 n.448 (
finanziaria del 2002), al titolo III, Capo I, art. 22, comma 3 dispone: "Le dotazioni organiche sono definite, nell'ambito di ciascuna regione, dal dirigente preposto all'ufficio scolastico regionale, su proposta dei dirigenti delle istituzioni scolastiche interessate, sentiti i competenti organi collegiali delle medesime istituzioni, assicurando una distribuzione degli insegnanti di sostegno all'handicap correlata alla effettiva presenza di alunni iscritti portatori di handicap nelle singole istituzioni scolastiche". Normalmente entro il 30 giugno di ogni anno, i Dirigenti scolastici devono inviare al fine della rilevazione degli alunni in situazione di handicap, la documentazione necessaria: ultimo verbale del GLIS con verifica della programmazione individualizzata, il piano educativo individualizzato ed eventuali nuove certificazioni. La certificazione e il nostro parere all'interno del GLIS definiscono gli organici: 1 insegnante ogni 138 alunni e la possibilità (ora annullata) di ampliare l'organico di fatto con una quota perequativa, in presenza di una certificazione aggiuntiva di "gravità". Ecco una delle ragioni, ammettiamolo, per cui le segnalazioni sono aumentate a dismisura. Ormai la situazione è cambiata: la certificazione è vista come la strada certa per una risorsa in più, di sostegno alla classe e non solo al bambino (questo il senso della "contitolarità"). Soprattutto si possono avere più posti di lavoro. Gli insegnanti specializzati ormai sono insufficienti e spessissimo non si possono fare nomine in ruolo sul sostegno perché non ci sono insegnanti col titolo di studio previsto: le Università non avviano più i corsi biennali di specializzazione (a parte il tentativo mal riuscito di pochi anni fa che ha creato uno scandalo nazionale) e si verifica l'assurdità di assegnare i posti con nomine a tempo determinato (incarichi annuali) a chi non sa niente di handicap e non può certamente rispondere alla Legge 662 del

23/12/1996 (Misure di razionalizzazione della finanza pubblica) che all'art. 72 stabilisce: "E' garantita la continuità di sostegno per gli alunni portatori di handicap". Forse ciò è dovuto ancora alla volontà di credere ad un "inserimento", panacea di tutti i mali?
Nella Premessa dei Programmi del 1985, al capitolo "Diversità e uguaglianza" si identificano il "disadattamento" e lo "svantaggio socio-culturale", che invece hanno cause, aspetti  e conseguenze diverse. Mai però andrebbero confusi con l'handicap, che è diverso anche nella sua definizione; quella più comunemente accettata è "svantaggio o impedimento dovuto a cause organiche, fisiologiche, neurologiche, percettive". Dovrebbero rientrarvi quindi i bambini che presentano queste conseguenze: non vedenti, ipoacustici, mutolesi, con anomalie dell'intelligenza o insufficienza mentale, anomalie affettive, autismo infantile precoce.
Lo
svantaggio, definito normalmente "situazione deprivata per scarse stimolazioni" (ha cause socio-culturali e/o familiari) e il disadattamento, definito "incapacità di far proprie le norme di un gruppo sociale" (con aspetti di aggressività, instabilità, iperemotività, apatia, dipendenza affettiva, difficoltà di socializzazione) sono talmente aumentati nella scuola come nella società, da rendere inadeguata la risorsa delle normali strategie didattiche ed organizzative, pur avendo nella scuola elementare, con l'introduzione dei moduli didattici, ancora un certo numero di ore di "contemporaneità" tra docenti. Ecco un'altra ragione, forse, per la ricerca di una diagnosi di handicap anche per questi casi. Le classi con 28 bambini nella scuola dell'infanzia e con 25 nella scuola elementare rendono praticamente impossibile personalizzare l'offerta formativa come si vorrebbe, siano i bambini normali, disadattati o svantaggiati o handicappati; per questi ultimi inoltre non tutto va lasciato all'insegnante di sostegno, anche considerando che non "copre" l'intero orario di scuola del bambino. Personale esterno educativo è a volte messo a disposizione da parte dei Comuni…i quali però stanno rivedendo i loro piani finanziari in tal senso. DOBBIAMO ARRANGIARCI, questa la conclusione amara. E' plausibile che il MIUR pensi ad una pletora di certificazioni non proprio riferite all'handicap ma al