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Samnotizie

La riforma dei cicli

 

Scuola dell’infanzia

Pur mantenendo un giudizio complessivamente negativo sulla riforma dei cicli, il SAM -GILDA ha condiviso il parere positivo che il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione ha espresso nei confronti del Progetto nazionale triennale di innovazione degli ordinamenti della scuola dell'infanzia, in considerazione anche dei suggerimenti presenti nel testo.

Il Decreto Ministeriale attuativo dell'art.8 del DPR 275 del '99, che istituisce il progetto, era necessario per poter apportare cambiamenti e modifiche negli ordinamenti della scuola dell'infanzia, cambiamenti richiesti dal SAM ripetutamente nelle diverse sedi opportune, anche mediante una raccolta di firme sul territorio nazionale (SAM -NOTIZIE dicembre 2000).

Nel marzo 2001 la Segreteria Nazionale ha sollecitato il Ministro della Pubblica Istruzione ad emanare il succitato decreto attuativo per poter dare inizio ad una serie di innovazioni riguardanti il numero di bambini per sezione, il calendario scolastico, il problema del personale ausiliario.

Il Decreto per i nuovi ordinamenti della scuola dell'infanzia affronta tali argomenti nei seguenti articoli:

-art. 6 (Orario scolastico obbligatorio e calendario)

......l'orario obbligatorio annuale......si articola in un monte ore compreso tra le 1150 e le 1300 ore......... con un incremento non superiore alle 430 ore annue.

L'ampliamento dell'offerta formativa può essere realizzata anche mediante intese con gli Enti locali....

L'eventuale estensione del servizio.......non deve comportare una contrazione degli standard di qualità previsti in relazione alla contemporanea presenza dei docenti.

-art. 8 (Organizzazioni delle sezioni)

Nell'arco del triennio il rapporto numerico tra alunni e sezione non dovrà superare il tetto massimo di 25 per sezione.

-art. 10 (Organico funzionale della scuola dell'infanzia)

Comma 3) garantita la disponibilità di un tempo medio di contemporanea presenza docente di almeno 10 ore settimanali

Comma 5) la determinazione dei collaboratori scolastici dovrà .......nell'arco del triennio...ad un rapporto numerico di una unità di personale per ogni sezione funzionante ad orario (continua a pagina 3)

 

La relazione del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, riguardante l’avvio della scuola di base, è risultata  critica ed ha chiesto lo slittamento di un anno del piano di attuazione (al 1° settembre 2002).

Il CNPI ha notato, infatti, i tempi troppo stretti per formare i docenti impegnati nei primi due anni della scuola di base, l’impossibilità del passaggio da 27 a 30 ore di insegnamento  e di estensione dello studio dell’inglese nel primo biennio per l’insufficienza di posti nell’organico.

De Mauro ha già respinto il parere tecnico di questo organismo,  che pur avrebbe funzione di consulenza per il Ministero …

Alle osservazioni del CNPI sarebbe da aggiungere la critica alla riduzione di un anno del percorso formativo, un vero e proprio furto che nasce unicamente dalla volontà di risparmiare e di abbassare il livello di preparazione degli alunni, anche se alcuni colleghi, con realismo provocatorio, si dichiarano favorevoli alla riforma, proprio perché con essa si esce dall’ipocrisia e si legittima l’abbassamento culturale che è già avvenuto. Una volta di più, la legge arriva in ritardo: i buoi sono già scappati dal recinto.

Sembra assolutamente indifferente a tutti, invece, che ai bambini delle prime due classi sia stato imposto l’orario di lavoro di 30 ore, con un aggravio dell’obbligo di permanenza e di impegno, sproporzionato alle loro capacità di sopportazione. Si persevera nell’errore di risolvere ogni necessità della famiglia con il bambino-scolaro, accudito da una scuola che si vuole “onnicompetente” e onnipotente. 

Il S.A.M.-Gilda si è sempre dichiarato contrario all’invadenza eccessiva della scuola nella vita dei bambini, che dovrebbero trovare altri ruoli, interessi e stimoli. Alcuni insegnanti e Consigli d’Istituto, consapevoli dei bisogni degli alunni, hanno già utilizzato le possibilità offerte dall’Autonomia didattica ed organizzativa ed hanno realizzato una “scuola integrata” con il coinvolgimento della scuola stessa, degli Enti Locali e di privati che offrono, in alcuni casi gratuitamente in altri con pagamenti contenuti, attività varie facoltative. Altri Istituti hanno già eliminato i famigerati rientri pomeridiani e i prolungamenti che com-

 

 

 

 

plicavano l’organizzazione interna e i bio-ritmi di tutti, adottando l’orario antimeridiano 8.00 – 13.00, con un totale di 30 ore.

Altri istituti ancora hanno messo mano all’assegnazione delle classi e delle attività superando la rigidità dei moduli come si erano venuti configurando in questi ultimi anni, prevedendo l’insegnante prevalente oppure il “modulo a stella”, valorizzando i laboratori e offrendo una variegata scelta di attività, sia facoltative che obbligatorie, non tanto come risposta alle richieste sociali ma principalmente come esigenza pedagogica.

Sta succedendo che la riforma sia anticipata da solerti Collegi dei Docenti, sollecitati da Dirigenti Scolastici ancora più rapidi nell’innamoramento delle novità e che sia prevista già dal prossimo anno scolastico l’assegnazione di insegnamenti a maestri o professori indifferentemente, se facenti parte di uno stesso istituto comprensivo. Si ignora volutamente il fatto che esiste tuttora un vuoto legislativo in merito e che gli organici della scuola elementare e della scuola media sono ancora separati, che nella scuola elementare non sarebbe permesso l’insegnamento a chi non abbia acquisito debita abilitazione magistrale e analogamente nella scuola media è richiesta l’abilitazione ottenuta con il superamento di un concorso pubblico, riferito ad una classe di concorso o ad un ambito disciplinare.

Questi “mescolamenti” senza regole implicano un’ingiusta differenza di trattamento, anche dal punto di vista stipendiale; non diventiamo complici di situazioni illegittime con l’aggravante che sono anche a nostro svantaggio.                             G.B.

 

 

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