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i furbacchioni che, fra progetti e
riduzioni d'orario risicate nei momenti di contemporaneità d'insegnamento, s'atteggiano a
caporali di non antica memoria. Qualche compenso aggiuntivo - che alcuni incassano
anche in cospicue somme! - vola nelle tasche di pochi, lasciando gli altri al passo o
nella trincea della didattica, vissuta
quotidianamente nelle aule. E la cosa si protrarrà nel tempo, fino a nuovo
ordine. Cadono i muri, cadono i governi, cadono poteri di ogni sorta, ma i DD e i
loro accoliti permarranno al di là dei tempi. Ci auguriamo che la mobilità dei
dirigenti e, implicitamente, "l'abbattimento" dei loro relativi seguaci
costituiscano, in futuro, atto efficace nella gestione dell'autonomia. Assistiamo a
redazioni di POF che vincolano tutti senza che un reale potere decisionale venga gestito
dal Collegio dei Docenti. Commissioni incaricate redigono ciò che altri in fretta e furia
approveranno, spesso per quieto vivere. Tutto ciò che fa slogan, sepolcro dipinto di
bianco, fa capolino fra mezzi multimediali in rete e trafiletti di quotidiani locali:
l'immagine prima di tutto, le belle idee, un concetto di formazione che balla il proprio
valzer fra relazionalità, socialità, benessere, stigmatizzando quasi come Cenerentola la
scuola vera e produttiva: la scuola in cui si apprende.
Solo di sfuggita vogliamo affermare che, a nostro avviso, la scuola non può assumere su
di sé un peso educativo da vecchi regimi ormai appesi negli armadi della storia,
trascurando e atrofizzando la centralità educativa della famiglia, primo organismo
naturale, sociale e istituzionale chiamato a educare. La scuola non può diventare il
primo crogiolo sociale innaturalmente omologante le personalità, ma deve essere
un'agenzia educativa fra le tante, anche se privilegiata. Educare è una cosa, formare è
un'altra! Se la formazione scolastica si omologa solamente all'educativo, il rischio è
quello di avere una scuola di regime.
Una domanda s'impone. Non sarà mica che il benessere, il futuro, l'attenzione educativa
consistono espressamente in un apprendimento efficace, produttivo, che fa sentire gli alun
(Continua a
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