(Continua da pagina 2)

ni "importanti" perché in grado di interagire fuori e dentro la scuola, per mezzo di ciò che sanno, sanno fare e sanno essere?
I docenti veri sanno qual è la risposta.
Puntare sulla professione docente significa ridare spessore storico e culturale alla scuola. Purtroppo un neofeudalesimo, dove miriadi di castelli e borghi (le nostre scuole dell'autonomia) si atteggiano  a una ormai sardonica epopea della tradizione cavalleresca, vende per valori ciò che molto crudamente è gestione gratuita e tronfia del potere. Dissentire in sede di Collegio dei Docenti da quanto l'entourage del DD ha decretato, pur essendoci un potere effettivo del Collegio che a volte non viene azionato per svariate ragioni che qui non possiamo analizzare, conduce ad essere collocati, alla men peggio, fra i reietti non degni del saluto altrui.
In ambiente educativo, la maleducazione si fa sempre più avanti. Non quella espressa dal giusto e sofferto disagio degli studenti, a vari livelli di scolarizzazione e con simbologie differenti, ma quella ostentata da una minuscola parte del corpo docente, sempre più scisso tra i bravi che progettano, decidono e sanno sempre tutto (tranne essere gentili!) e la massa informe e sconosciuta, chiamata al contatto diretto e profondo con ogni bambino.
Lettini e psicoterapie, per i docenti, da noi non ci sono. E comunque, una cosa è essere risucchiati in un clima depressivo per difficoltà nel rapporto d'insegnamento-apprendimento, a volte complicato dalla presenza di genitori ultramoderni ma infantili; altra cosa è vivere un nuovo disagio professionale, nato dalla mancata abilitazione alla partecipazione pedagogica, ai processi decisionali, all'iniziativa che rispetta tutte le parti, anche le minoranze.
Ecco, è il diritto ad essere minoranza che andrà difesa. Una minoranza che è convinta che la professione docente passa attraverso una grande passione per l'insegnamento.
Che dire allora delle selezioni tra docenti di serie A e di serie B che si prospettano, puntando sui contorni telegenici della professione, sui concorsoni, ma non su ciò che di fatto un docente aziona? Beh, una sana e argomentata problematizzazione, da parte nostra, che venga pure avanti. E sulle altre questioni, sui subdoli pote

I burosauri di Trastevere

(Continua da pagina 1)

se stesse siano tenute a certificare".
E allora ? Signor Ministro come la mettiamo  ?
Facciamo ora qualche conto dei costi di questa operazione: 61 pagine inviate a 14.000 scuole ammontano ad un totale di 854.000 fogli. Aggiungiamo la parte da distribuire ad ogni dipendente  (senza tener conto delle moltissime fotocopie aggiuntive dei singoli, perché una pagina con 8 righe si rivelerà largamente insufficiente per raccogliere i servizi dei docenti), 7 fogli per 900.000 dipendenti equivalgono a 6.300.000 fogli, da moltiplicare per 2, perché una fotocopia resta alla scuola, quindi 12.600.000 fogli, aggiungendo la circolare arriviamo ad un totale, calcolato largamente per difetto, di 13.454.000 fogli di carta, se calcoliamo un costo di 100 lire per fotocopia abbiamo una spesa totale di 1 miliardo 24 milioni e cinquecentomila lire, senza tener conto della immane spesa per le ore perse dai 14.000 impiegati delle scuole che dovranno essere a disposizione per aiutare gli insegnanti nella compilazione.

Il profilo professionale docente
nell'autonomia secondo Berlinguer

Dall'intervento dell'ispettore ministeriale D. Cristanini al CNEL (Roma 21 giugno '99)
"… In conclusione, le competenze che costituiscono il profilo professionale nel quadro operativo dall'autonomia delle istituzioni scolastiche sono le seguenti:
-
Culturali generali, per poter adeguantamente interpretare le macro-tendenze socio-economiche-culturali e gli specifici bisogni educativi del territorio.
- Pedagogiche, per poter tradurre in termini educativi le tendenze ed i bisogni sociali e definire le scelte educative, che costituiscono le finalità strategiche del POF.
- disciplinari, intese come padronanza delle discipline da insegnare.
- Curriculari, per poter progettare curriculi adeguati alle finalità e agli obiettivi da raggiungere.
- Metodologiche-didattiche, con particolare attenzione alle diversità individuali nei modi dell'apprendere e arricchite dalla  capacità di utilizzare efficacemente le tecnologie multimediali.
- Psico-didattiche, per poter attuare azioni didattiche efficaci.
- Psico-affettive, per poter gestire le relazioni con gli allievi in termini di agio.
- Psico-sociali, per poter lavorare efficacemente in gruppo e stabilire relazioni positive all'interno e con l'esterno della scuola.
- Organizzative, per poter efficacemente collaborare al funzionamento della scuola, intesa come organizzazione complessa a leadership diffusa.
- Comunicative, per poter adeguatamente presentare il progetto e le attività della scuola.
Normative, per poter operare nel rispetto del principio di legalità.
Oltre ad esse sono essenziali anche alcuni atteggiamenti di base: senso della professione, motivazione alla professione, progettualità, intraprendenza, flessibilità, disponibilità all'ascolto e alla collaborazione, disponibilità all'incontro, alla negoziazione, alla mediazione."   
A Voi i commenti ….

La circolare con cui si chiede la demenziale dichiarazione dei servizi potrebbe essere interpretata come "ordine di servizio" e quindi non esser boicottata per via indiretta.
Abbiamo già iniziato in alcune provincie la seguente operazione, basata sul fatto che l'unico certificato di servizio veramente valido è quello che viene rilasciato dagli uffici ruoli dei provveditorati sotto il nome di "stato integrale di servizio".
Si invia individualmente al Provveditore, tramite il Capo d'Istituto la seguente richiesta: "al fine di una corretta compilazione della dichiarazione dei servizi richiesta con circolare di data …, chiedo il rilascio di uno stato integrale di servizio".
In questo modo stiamo oberando i provveditorati  che, non essendo in grado di soddisfare le richieste, saranno costretti a ritirare la circolare, se non lo facessero, passeremo ad una seconda fase che prevede una diffida

Continua.gif (896 byte)