Lettera sull'autonomia

i furbacchioni che, fra progetti e riduzioni d'orario risicate nei momenti di contemporaneità d'insegnamento, s'atteggiano a caporali di non antica memoria.  Qualche compenso aggiuntivo - che alcuni incassano anche in cospicue somme! - vola nelle tasche di pochi, lasciando gli altri al passo o nella trincea della didattica, vissuta quotidianamente nelle aule.  E la cosa si protrarrà nel tempo, fino a nuovo ordine.  Cadono i muri, cadono i governi, cadono poteri di ogni sorta, ma i DD e i loro accoliti permarranno al di là dei tempi.  Ci auguriamo che la mobilità dei dirigenti e, implicitamente, "l'abbattimento" dei loro relativi seguaci costituiscano, in futuro, atto efficace nella gestione dell'autonomia. Assistiamo a redazioni di POF che vincolano tutti senza che un reale potere decisionale venga gestito dal Collegio dei Docenti. Commissioni incaricate redigono ciò che altri in fretta e furia approveranno, spesso per quieto vivere. Tutto ciò che fa slogan, sepolcro dipinto di bianco, fa capolino fra mezzi multimediali in rete e trafiletti di quotidiani locali: l'immagine prima di tutto, le belle idee, un concetto di formazione che balla il proprio valzer fra relazionalità, socialità, benessere, stigmatizzando quasi come Cenerentola la scuola vera e produttiva: la scuola in cui si apprende.
Solo di sfuggita vogliamo affermare che, a nostro avviso, la scuola non può assumere su di sé un peso educativo da vecchi regimi ormai appesi negli armadi della storia, trascurando e atrofizzando la centralità educativa della famiglia, primo organismo naturale, sociale e istituzionale chiamato a educare. La scuola non può diventare il primo crogiolo sociale innaturalmente omologante le personalità, ma deve essere un'agenzia educativa fra le tante, anche se privilegiata. Educare è una cosa, formare è un'altra! Se la formazione scolastica si omologa solamente all'educativo, il rischio è quello di avere una scuola di regime.
Una domanda s'impone. Non sarà mica che il benessere, il futuro, l'attenzione educativa consistono espressamente in un apprendimento efficace, produttivo, che fa sentire gli alun

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Il concorsone

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  1. attività didattiche ed educative per l'orientamento;
  2. individuazione e utilizzo di sussidi e strumenti anche multimediali alle attività educative e alle discipline interessate;
  3. prove di verifica della preparazione degli alunni (prove scritte, orali, strutturate, semistrutturate, grafiche, di laboratorio);
  4. criteri e strumenti per la misurazione e la valutazione (punteggi, livelli standard; indicatori e descrittori)
  5. la dinamica delle innovazioni in atto: autonomia, riforma degli ordinamenti e dei cicli;
  6. aspetti relazionali e organizzativo-didattici nella scuola dell'autonomia.

Per la stesura delle prove il Ministro si avvarrà di consulenti esperti nel campo della valutazione.
COMMISSIONI GIUDICATRICI: possono presentare domanda al Provveditore, quali presidenti: docenti universitari, ispettori tecnici, direttori didattici; quali commissari: insegnanti a riposo da non più di 5 anni, vincitori di concorso e con un servizio di almeno 20 anni, che si impegnino a seguire un corso di formazione mirata organizzata dal Ministero. Il loro compenso non è stato precisato.
Le commissioni, disposte dal Provveditore, saranno costituite da tre membri: un presidente e due commissari, esperti e provenienti dal settore interessato (materna - elementare).

Vedremo se saranno in grado di mettere in moto un'organizzazione così

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