Numero 187, pag. 6 - Ottobre 2014

Come tutti gli anni ad ogni inizio d'anno ricomincia il tormentone dei registri elettronici. 
Nulla in contrario per la dematerializzazione degli atti amministrativi (presenze giornaliere, scrutini ed esami); molto ma molto in contrario che sulla scia di questo argomento se ne inserisca surrettiziamente un altro, che è far vedere i voti ai genitori "dal buco della serratura", scavalcando i ragazzi (mi riferisco almeno alle scuole superiori).

E' come se i genitori avessero accesso al mio cassettino dove tengo il registro cartaceo a mia insaputa, è intollerabile. I voti devono essere comunicati ai ragazzi, con tempestività e con motivazione, e poi sta a loro dirli ai genitori; se non lo fanno deve essere elemento di valutazione disciplinare relativamente al mancato raggiungimento di obiettivi trasversali; sta anche ai genitori prendere contatti coi docenti, mantenendo un dialogo tra tutte le componenti, il registro elettronico non può e non deve soppiantare la relazione tra famiglia de docente banalizzandone la natura.

Appare chiaro il controllo del nostro lavoro da parte del DS è il vero obiettivo di tutta questa operazione di "dematerializzazione" ma no viene dichiarato.

Quindi la procedura di eliminare i registri personali che fa perdere tempo durante la lezione, fa perdere tempo a casa, è poco pratica nei colloqui coi genitori, è costosa sia in termini di acquisto di hardware e software, sia in termini di gestione, mi pare sproporzionata rispetto allo scopo e non risponde ai criteri di efficienza, efficacia, economicità.

Mi chiedo se non sia il caso di richiedere nei Consigli di Istituto, come azione contro gli sprechi, in modo formale, il conto dei soldi spesi a questo scopo e inviare tutto alla Corte dei Conti per verificare che non ci sia danno all'erario.         Maurizio Berni