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Categoria: Aprile 2015
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Numero 190, pag 6 - Aprile 2015

Siamo un gruppo di docenti precari, inseriti nella II fascia delle graduatorie d’istituto della provincia di Treviso.

 

In questi giorni abbiamo deciso di prendere in mano carta e penna per urlare la nostra rabbia, la nostra delusione e indignazione nei confronti di chi ci vuol far passare come degli abusivi senza diritti che pretendono qualcosa che altri si son sudati più di noi, pur avendo fatto la stessa nostra trafila.

Le dichiarazioni dei politici, uomini che dovrebbero fare il bene del Paese e dei loro cittadini, sulla scuola, sui precari e su chi ha più o meno diritti sono una pugnalata allo stomaco e alla dignità di chi in questi anni ha servito lo Stato con impegno, professionalità e competenza.

Siamo stati accusati, da un uomo di Governo di essere affetti da “supplentite”, una diffusa malattia evidentemente, che purtroppo abbiamo contratto nostro malgrado ma che a molti ha consentito di lavorare con serietà, entusiasmo, dedizione e alla scuola italiana di non chiudere i battenti.

Probabilmente chi ha parlato di questa “malattia” poco ne sa di scuola e di rispetto del lavoro altrui. C’è chi poi, sempre tra i nostri politici, si duole del fatto che non tutti i precari potranno cogliere l’opportunità del Governo che sta cercando di risolvere la stratificazione di diritti diversi e purtroppo ingarbugliati, creata dalle riforme degli anni passati.

Diritti diversi? Si, dovuti a titoli e abilitazioni conseguite in tempi diversi che evidentemente non hanno uguale valore giuridico pur se rilasciati dalle stesse università e con identiche modalità.

A questo punto chi scrive si chiede se, oltre a diritti differenti esistano doveri differenti all’interno della scuola e la risposta, cari lettori, è No.

Noi supplenti di II fascia, quando firmiamo un contratto d’assunzione, per pochi giorni, qualche mese o per incarichi annuali, siamo chiamati ad assolvere gli stessi doveri dei nostri colleghi precari GAE e dei colleghi di ruolo: dovere di svolgere il lavoro con puntualità e serietà, dovere di partecipare agli impegni collegiali, di presentare domanda come membri esterni agli esami di stato, dovere anche eventualmente di non ammalarci perché siamo supplenti che sostituiscono insegnanti presumibilmente ammalati.

Noi precari, tutto sommato siamo abituati a non essere considerati e a muoverci nelle difficoltà, ma certamente non eravamo preparati alla doccia fredda del 12 marzo 2015! Durante la conferenza stampa di presentazione del ddl “la buona scuola” siamo venuti a sapere che la nostra abilitazione non ha nessun valore, che tutto lo studio ed il tempo che abbiamo impegnato e le giornate, i mesi  e gli anni passati ad insegnare sono stati tempo perso e non sono serviti a nulla se non a darci la possibilità di partecipare ai concorsi, se e quando li bandiranno, altrimenti tutti a casa e tante grazie.

Infatti la riforma Renzi ci ha ingiustamente esclusi non solo dal piano di assunzioni ma anche dalla possibilità di continuare a svolgere il nostro lavoro, visto che l’art. 12 del ddl prevede che non possano essere conferiti incarichi a docenti che abbiano maturato più di 36 mesi di servizio, anche non continuativo. Quindi il Miur se da un lato ha formato migliaia di docenti dall’altra con il ddl ne prevede l’espulsione in massa dalla scuola.

A completare l’umiliazione dell’intera classe docente il buon Governo ha pensato di inserire nel ddl l’art 22 comma 5, che testualmente recita: “Le norme della presente legge sono inderogabili e le norme e le procedure contenute nei contratti collettivi, contrastanti con quanto previsto dalla presente legge, sono inefficaci.”. Una perla di democrazia!

Morale della favola, per continuare ad insegnare dovremo affrontare un altro terno al lotto, un concorso dopo un’abilitazione e tanti anni d’insegnamento, doversi “mettere ancora in gioco”: pare un triste scherzo del destino. A cosa sono valsi gli anni di formazione sul campo, sui banchi dell’università per l’abilitazione, dei corsi di formazione per specializzarci? A nulla!

 

Gruppo precari della provincia di Treviso