Numero 213, pag 2 - Giugno 2021

È cambiato il direttore d’orchestra ma la musica è rimasta la stessa

Nel mese di aprile scorso si era tenuta una riunione in videoconferenza tra le delegazioni dell’Amministrazione (DG-Personale) e delle OOSS firmatarie del CCNL per discutere sugli organici per il prossimo anno scolastico.


In tale occasione, il direttore Filippo Serra aveva illustrato brevemente la bozza di circolare organici docenti per l’a.s. 2021/2022 il cui contenuto risulta del tutto simile a quello degli scorsi anni, così come del resto il decreto con le tabelle. Sono rimasti invariati tutti i limiti agli sdoppiamenti delle classi e non vi sono deroghe al numero degli alunni per classe.

La delegazione della FGU-Gilda degli Insegnanti, che già negli anni scorsi aveva giudicato negativamente la mancata riduzione del numero degli alunni per classe, ha contestato l’aspetto surreale della decisione dell’amministrazione ritenendo, a maggior ragione nel contesto pandemico attuale, irricevibile una circolare che non preveda flessibilità e deroghe alla composizione delle classi per garantire il distanziamento e le indispensabili misure di prevenzione della diffusione del contagio.

Il rientro a scuola in presenza non può avvenire in classi di 27 e 31 alunni stipati in un’aula che già in condizioni normali non garantirebbe la sicurezza. Rivedere i criteri e i parametri per la formazione delle classi e reperire spazi adeguati è indispensabile se non si vuole assistere alla continua fisarmonica della scuola in presenza e in DaD. Per questo è vergognoso che si siano mantenuti gli stessi numeri dell’organico dello scorso anno, si sarebbe dovuto prevedere un aumento significativo delle dotazioni.

Va da sé che anche per l’a.s. 2020/21 si presenterà la necessità di rinnovare il cosiddetto organico COVID che, per essere utile, deve essere reso disponibile nella fase di formazione delle classi, a settembre sarà troppo tardi.

 “L’orchestra è cambiata ma la musica è rimasta la stessa: le classi pollaio continueranno ad affliggere la scuola italiana, inficiando la sicurezza di alunni e insegnanti e la qualità della didattica. La pandemia poteva essere un’occasione per iniziare a sanare le gravi falle del nostro sistema scolastico e per riconoscere finalmente alla scuola, anche con i fatti, la sua importanza strategica per tutto il Paese. E invece contiamo soltanto parole e omissioni ma nessuna opera”.

Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta i provvedimenti sugli organici dei docenti per il prossimo anno scolastico che lasciano invariati tutti i limiti agli sdoppiamenti delle classi senza prevedere alcuna deroga al numero degli alunni per classe.

“Con ogni probabilità, se avverrà in presenza, a settembre assisteremo a un rientro a scuola ancora con classi di 27 alunni nella primaria e 31 nella secondaria, stipati in aule che già in condizioni normali non garantirebbero sempre la sicurezza, figurarsi nel contesto pandemico attuale.

Evidentemente, il futuro che il governo immagina per la scuola italiana non pone realmente al centro l’imprescindibilità del contatto diretto tra docenti e discenti, pur sottolineata da più parti, perché se davvero fosse così, si sarebbe intervenuti seriamente su tutte le misure necessarie per garantire un ritorno sui banchi in sicurezza, compreso un doveroso ampliamento degli organici”.

Al mancato investimento sugli organici fa eco il fenomeno drammatico del precariato che rischia seriamente di minare il regolare inizio del prossimo anno scolastico. Ai 213mila docenti precari vanno aggiunti anche i pensionamenti che, secondo le cifre ancora parziali a disposizione, finora ammontano a circa 28mila. Numeri che potrebbero far schizzare a quota 250mila l’esercito di precari.

UFFICIO STAMPA GILDA INSEGNANTI