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Categoria: Novembre 2018
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Numero 205, pag 1 - Novembre 2018

Il nostro contratto 2016-2018, per la parte economica, è già in scadenza. Le misere elemosine di aumento infatti sono garantite fino al 31.12.2018, e poi?

Il Ministro Bussetti ha dichiarato che lo stipendio dei docenti non verrà diminuito, ma se nel DEF non sono previsti stanziamenti per il contratto, come si pensa di far quadrare i conti?

Il Governo, attualmente troppo impegnato a reperire risorse per reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni, ancora una volta non ha messo la scuola in testa alle priorità del paese e, mentre altri stati europei arrivano ad investire fino a 5 punti di PIL sull’istruzione, considerandola volano dello sviluppo, in Italia si continua a destinare solo il 3,6 e questo non rende possibile il raggiungimento di stipendi dignitosi per la categoria.

Per poter garantire a ciascun insegnante mediamente 1000 € di aumento l’anno, lo Stato dovrebbe destinare almeno un miliardo di euro che al momento non sono in bilancio.

Può succedere però che la scuola si autofinanzi: se nel 2019 andrà in pensione un numero consistente di docenti che percepiscono uno stipendio relativamente alto e contemporaneamente verranno assunti altrettanti docenti con una paga base, la differenza risparmiata potrebbe salvaguardare i pochi spiccioli di aumento conquistati dopo 10 anni di vacanza contrattuale.

Piccoli giochi di prestigio per illusionisti.  

                                         M. G.