Numero 203, pag 5 - Maggio 2018

 

E' successo ad un'insegnante trevigiana F.D. la quale, pochi giorni dopo essere stata collocata a riposo a domanda dal Ministero, ha ricevuto dall'INPS la comunicazione di mancanza di requisiti e il conseguente diniego alla corresponsione della pensione.

 

Prudentemente però, F.D. aveva espressamente subordinato la domanda di pensione alla verifica del suo diritto quindi, ritrovandosi improvvisamente senza stipendio, senza pensione e senza lavoro, pur non avendo responsabilità del disguido, la docente si è rivolta alla Gilda degli Insegnanti.

Il sindacato ha chiesto immediatamente al MIUR il suo rientro in servizio fino alla maturazione delle prerogative, perchè il problema nasceva dal ritardo nelle comunicazioni fra INPS e MIUR rispetto alla mancanza di requisiti alla data fissata per il pensionamento.

Al diniego del MIUR di venire incontro alle sue esigenze, l'insegnante ha dovuto rivolgersi al Tribunale di Treviso, difesa dall'Avvocato Innocenzo D'angelo, per ottenere la corresponsione dei 4 mesi di stipendio ingiustamente persi (da settembre a gennaio, momento della maturazione del requisito).

Dopo un anno e mezzo, il Giudice del lavoro ha accolto il ricorso riconoscendo che la docente era stata ingiustamente esodata ed ha condannato il Ministero a risarcirla con una somma pari alle 4 mensilità perse.

Emerge in questo caso come la mancata disponibilità dell'amministrazione nel venire incontro alle esigenze della dipendente, resasi disponibile a rientrare in servizio, abbia prodotto un danno erariale per lo Stato (trovatosi a dover pagare una spettanza senza aver usufruito dei servizi che l'insegnante aveva comunque offerto), oltre ad uno spreco di professionalità di una docente di lunga esperienza.

 

Michela

Gallina