Numero 203, pag 7 - Maggio 2018

Aumenta la preoccupazione per chi si trova con questo titolo abilitante che, pur rilasciato dal Ministero, a volte è stato considerato in un modo e a volte in un altro: non utile per entrare nelle Graduatorie ad Esaurimento, utile per partecipare al concorso pubblico e per essere inclusi nella II fascia delle Graduatorie d’Istituto.

 

La sentenza dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, che ha considerato tardivo ogni ricorso contro l’esclusione dei diplomati magistrali dalle GAE, implica la difficoltà di motivare e quindi contrastare sentenze di rigetto da parte di giudici che affronteranno il problema adeguandosi ovviamente alla decisione di un organo di più alto livello.

Si sono verificate negli ultimi due-tre anni le situazioni più contrastanti e inique:

- docenti che non hanno mai insegnato ma hanno avuto la fortuna di rivolgersi ad un giudice “clemente” sono stati inseriti nelle GAE;

- docenti che hanno trovato un’Amministrazione scolastica che si è “dimenticata” di ricorrere in Appello per cui le sentenze sono passate in giudicato rendendo intoccabili le loro nomine;

- docenti precari storici con un curriculum di tutto rispetto che sono incappati in giudici più “severi” e che sono rimasti soltanto nella II fascia delle Graduatorie d’Istituto, in posizione utile per altri anni di supplenze;

- docenti assunti con riserva (e con la clausola di accettare il licenziamento nel caso di insuccesso alla conclusione dell’iter giudiziario intrapreso) che, tanto bravi da superare l’anno di prova e di formazione, si aspettano ora di venir licenziati non appena verrà emessa la sentenza di merito che li riguarda (per i più dovrebbe essere a luglio e difficilmente si potrà contrastare le sentenze di rigetto);

- docenti che fortunatamente hanno presentato ricorso ad un tribunale lento e che potranno sperare in una veloce decisione politica del futuro Parlamento, ottenendo di lasciare fermi i provvedimenti cautelari di cui godono (sconsigliabile, quindi, sollecitare sentenze di merito!);

- docenti che, con sacrificio, hanno chiesto di essere inseriti nelle GAE (seppure con riserva) nelle province con più disponibilità di posti, aumentando ancora di più il fenomeno dei vasi comunicanti (dal sud al nord), disgregando famiglie ed erodendo i risparmi di famiglia per potersi mantenere fuori casa;

- docenti che, a partire dal 1° settembre 2016, hanno già effettuato due anni continuativi di supplenza e temono ora uno degli aspetti più deleteri della Buona (?) Scuola: ancora un anno e non potranno più insegnare, per l’avvenuto raggiungimento dei 36 mesi consecutivi alle dipendenze del MIUR (che in tal modo subdolo è sfuggito all’obbligo imposto dall’UE di assumerli a tempo indeterminato);

- docenti che erano già abilitati con l’Istituto Magistrale o con la Scuola Magistrale … che hanno studiato e pagato il percorso universitario quadriennale di Scienze della Formazione … per ottenere un’abilitazione che già avevano;

- alunni che hanno instaurato con i loro insegnanti i migliori rapporti e non rivedranno a settembre chi li ha formati fino ad ora…sfatando a leggenda che il MIUR si preoccupa della continuità didattica;

- classi senza supplenti perché in moltissime province non si trovano più: la terza fascia della Graduatoria d’Istituto non esiste né per l’infanzia né per la primaria, in quanto non esiste più un titolo di studio come titolo di accesso (per i professori è la laurea);

- tutti i ricorrenti che, quando usciranno le sentenze di merito dei ricorsi, saranno esclusi dalle GAE e quindi nessuno di loro sarà più nella I fascia della Graduatoria d’Istituto;

- tutti i docenti di infanzia e di primaria accatastati nella II fascia della Graduatoria d’Istituto, con posizioni valutate in base ai servizi ed ai titoli di studio: vecchi abilitati magistrali insieme ai laureati in Scienze della Formazione, tutti però solo supplenti;

chi sarà, oltre ai pochi ancora rimasti nelle Graduatorie Regionali dell’ultimo concorso pubblico, ad essere assunto a tempo indeterminato? NESSUNO?

Soluzioni che si possono pensare:

  1. costituire una IV fascia nella GAE in cui immettere tutti gli abilitati, che concorreranno in base a criteri trasparenti, equi e lontani dalla fortuna (di trovare il giudice “buono”), per essere assunti e vuotare un po’ alla volta le GAE;
  2. avviare anche per i docenti dell’infanzia e della primaria il nuovo percorso FIT, finora offerto soltanto ai professori.

 

Per ottenere qualcosa, forse anche migliore di quanto finora pensato, occorre un Parlamento che legiferi e, innanzi tutto, parlamentari informati dei diversi aspetti di queste problematiche, da risolvere con scienza e coscienza.                                      G.B.