Numero 200, pag 4 - Settembre 2017

A seguito delle numerose segnalazioni di irregolarità risultate dalle fasi di mobilità dello scorso anno, la Gilda degli Insegnanti aveva fatto formale richiesta al MIUR di acquisire i codici sorgente dell’algoritmo responsabile di tanti e tali tristemente famosi errori, errori che sono costati la “deportazione” di un numero consistente di docenti, basti pensare che i ricorsi presentati sono stati più di 7000.

La casistica ha visto insegnanti con un punteggio basso ottenere il posto vicino a casa, mentre altri con punteggio maggiore confinati lontano, con tutte le conseguenze dal punto vista della gestione familiare. Si era creato un vero problema sociale ed era evidente che ci fosse qualche anomalia.  Ma il MIUR non solo non è stato in grado di porre rimedio agli errori (forse perché troppo numerosi) ma ha anche ripetutamente negato quanto richiesto, adducendo le argomentazioni più fantasiose: segreto di Stato (?), violazione di diritti d’autore, tanto che solo una recente sentenza del TAR del Lazio ha consentito di ottenere la documentazione necessaria.

Lo Stato, che dovrebbe farsi garante della trasparenza, attraverso un suo dicastero ha fornito l’ennesimo pessimo esempio. E’ scandaloso che il sindacato abbia dovuto intraprendere una battaglia giudiziaria contro il MIUR che sarebbe di per se stesso tenuto ad essere garante della trasparenza. Gli atti, consegnati alla Gilda, sono stati poi sottoposti alla perizia di uno staff di ingegneri che il 15 giugno scorso, ne ha dato conto nell’ambito di una conferenza stampa tenutasi presso l’Università di Torvergata. Dalla relazione dell’ing. Salvucci, sono emersi una serie di aspetti critici rilevanti. Innanzi tutto il sistema, fornito solo in forma parziale nonostante l’Ordinanza del TAR, è stato gestito da una società esterna: la Hp e Finmeccanica, questo naturalmente ha comportato sia un aumento dei costi che una maggiore difficoltà di controllo. Il costo del programma è stato di 444.000 € più IVA, una cifra considerata fuori mercato. Per questa ingente somma, la qualità del prodotto risulta piuttosto scadente: il programma appare infatti frammentario, strutturato con linguaggi di programmazione diversi per le diverse fasi che hanno avuto problemi a dialogare tra loro e a scambiarsi i dati, sembra il frutto di un lavoro affrettato, eseguito da persone diverse e poi assemblato in tempi diversi, come se una parte fosse stata riciclata da programmi già esistenti. Rispetto a questo sarà quindi necessario ottenere ulteriori informazioni sulle condizioni e il contratto di appalto. Di fatto tale sistema ha tenuto conto del punteggio dei docenti solo all’interno della prima preferenza espressa, ma non su quelle successive e questo ha determinato un’enorme quantità di errori.

Queste informazioni attestanti la responsabilità dell’algoritmo nelle gravi inesattezze verificatesi è fondamentale perché chiunque intenda avviare una causa contro la mancata assegnazione del trasferimento è destinato a vincerla davanti al Giudice del Lavoro. Pertanto La Gilda degli Insegnanti, per abbreviare i tempi e per consentire di risparmiare sia all’amministrazione che agli insegnanti, suggerisce al MIUR di avviare delle serie procedure di conciliazione che prevedano il risarcimento dei danni patiti dai docenti attraverso l’assegnazione della sede da loro richiesta.

Assistiamo quindi ad un ennesimo capitolo in cui si è speculato sulla vita delle persone e delle loro famiglie, il tutto senza che il MIUR si sia nemmeno preoccupato di scusarsi formalmente, l’aver scoperchiato e fatto emergere questi fatti e i tentativi maldestri di tenerli nascosti, rappresenta un’indiscutibile grande vittoria della Gilda degli Insegnanti nella tutela dei diritti dei docenti.                                                    

M.G.