Numero 197, pag 1-2 - Dicembre 2016

La questione trasparenza solleva un problema molto delicato che può condizionare le dinamiche di potere all’interno della Pubblica amministrazione e della scuola in particolare.

La possibilità di attribuire denaro pubblico in modo discrezionale, da parte del dirigente, rischia infatti di creare situazioni che, con l’andare del tempo, possono favorire fenomeni di corruzione e favoritismi.

 

Il principio della trasparenza è un dispositivo pensato proprio per prevenire tali fenomeni di malcostume tristemente famosi e largamente diffusi nel nostro paese, per questo sorprende che il garante sulla Privacy abbia emanato nel 2013 un parere e nel 2014 le linee guida in cui afferma che debbano essere resi noti i dati della liquidazione di compensi accessori solo in forma aggregata, in parole semplici: non consente di pubblicare i nominativi dei destinatari con il relativo compenso incentivante. Tale disposizione non consente di operare un controllo incrociato, ad esempio su come vengano liquidati i compensi relativi al FIS ed ora anche al Bonus premiale. Ma a questo punto dobbiamo ricordare che la legge sulla trasparenza, la 241/1990,  prevale sul parere del Garante. Inoltre il 17 maggio 2016 è stato pubblicato un importante decreto legislativo (D.lvo 33/2013 che integra il D.lvo 97/2013) sulla trasparenza e anticorruzione che, sulla base dell’art. 5,  consente a qualsiasi cittadino di avere accesso civico ai dati della Pubblica Amministrazione.

L’accesso civico o diritto di accesso agli atti amministrativi è infatti un diritto riconosciuto al cittadino in funzione dei rapporti con lo Stato e la Pubblica amministrazione al fine di garantire in particolare la trasparenza di quest'ultima.

Laddove tali dati vengano negati, è possibile ricorrere al TAR con giudizio abbreviato.

La Gilda degli Insegnanti si è già attivata per promuovere una battaglia etica a favore  della trasparenza, riportiamo di seguito le dichiarazioni del Coordinatore Nazionale.    

M. G.