Numero 196, pag 4 - Ottobre 2016

Il 5 ottobre scorso, come ogni anno, la Gilda degli Insegnanti ha celebrato la giornata mondiale dell’Insegnante.

 

A Roma presso la sala Convegni delle Carte Geografiche, la ricorrenza è stata onorata con un Convegno Nazionale dal titolo: “Valutazione, merito e carriera dei docenti. Quale futuro nella scuola”. Relatori, ospiti dell’evento: l’Ispettore Giancarlo Cerini, Andrea Gavosto Direttore della Fondazione Agnelli, John Pollesel docente presso l’Universita di Melbourne oltre  a Gianluigi Dotti e Fabrizio Reberschegg del Centro Studi Gilda ed Associazione Art. 33.

Fra gli interventi, merita menzione particolare quello di John Pollesel, professore di Education and training, structure and policy, European System, History comparative education all’Università di Melbourne, quindi un esperto dell’impatto e ricaduta pratica dell’uso dei test oggettivi nei vari Paesi industrializzati a livello mondiale. Pollesel ha evidenziato una serie di criticità che già da tempo, come associazione, denunciavamo: ha sottolineato infatti come sia difficile e pericoloso usare i risultati delle prove INVALSI o comunque dei test oggettivi per giudicare e per affermare se un docente lavora bene o meno. Gli stessi esperti che li costruiscono confermano come non possano essere utilizzati in tal senso, in quanto pensati per decidere sulla necessità di intervenire con supporti per aiutare i ragazzi o una scuola. Effettuare le misurazioni con cadenza annuale e soprattutto pubblicare i risultati non è positivo perché innesca dinamiche di competizione e classificazione delle scuole e questo non aiuta nessuno. Proprio quando i risultati  vengono divulgati e diventano di dominio pubblico, sconfinando dal contesto e dallo scopo per cui erano nati, diventano pericolosi perché utilizzati strumentalmente a fini propagandistici anzichè didattici. Solo i docenti che lavorano quotidianamente a contatto con gli studenti possono avere la percezione di quali interventi siano realmente utili, tutto il resto configura un sistema di controllo dall’esterno utile solo a generare ansia e a delegittimare la professionalità del docente.                    M. G.