Numero 193, pag 7 - Dicembre 2015
Il problema è nato dal fatto che, in alcuni Istituti, si considera l’intervallo, pur breve, come una sospensione dell’insegnamento oltre che delle lezioni, tanto da costituire per i docenti un’individuale monte-ore annuale da restituire agli alunni (la cosiddetta minutaglia).
E' una brutta abitudine che i dirigenti stanno acquisendo per recuperare ore di insegnamento, soprattutto relative agli insegnamenti degli specialisti: inglese, IRC e sostegno. In questo modo però tali insegnanti subiscono una discriminazione rispetto ai loro colleghi e nell'arco della settimana devono svolgere più ore di insegnamento che si traducono in più classi, più alunni, più programmazioni a parità di trattamento economico.
Posto il quesito al MIUR, all’Ufficio Relazioni con il pubblico – Uff. Centrali, così è stato risposto in data 13/11/2015: La informiamo che l’intervallo scolastico rientra nel conteggio delle ore di lezione. La C.M. n. 105 del 16.4.1975 all’art. 17, lettera f, recita:
“durante l’intervallo delle lezioni, che è almeno di 10 minuti, è necessario che il personale docente di turno vigili sul comportamento degli alunni in maniera da evitare che si arrechi pregiudizio alle persone e alle cose”.
Le modalità sono fissate da regolamento interno, secondo delibera del Consiglio d’Istituto ai sensi del Decreto Legislativo n. 297 del 16 aprile 1994, art. 10 comma 3 lettera a.
Nessuno, pertanto, ne può essere esentato. La ricreazione non si recupera.
Non c'è dunque alcuna interruzione della prestazione, così come aveva già argomentato l'ARAN (l'Agenzia per la rappresentanza negoziale della pubblica Amministrazione) nell'interpretazione autentica contenuta nella Nota Aran prot. 5254 del 29.05.2002 in cui si precisa che il lasso di tempo compreso nella ricreazione non interrompe la prestazione docente e, dunque, non dà luogo ad alcun obbligo di recupero. Secondo l'Aran, non sussiste, perché i docenti durante la ricreazione sono in servizio a tutti gli effetti.
Giuliana Bagliani e Michela Gallina
